martedì 9 febbraio 2021

IL RILIEVO "POLITICO" DI LEONARDO SINISGALLI


                            

                                   Leonardo Sinisgalli



Anche il Furor mathematicus, uno dei filoni principali della produzione di Leonardo Sinisgalli, è letteralmente intriso dello spirito che l’ingegnere poeta ha ereditato dalla sua formazione di uomo di scienza e di poesia. E al tempo stesso dalla sua specifica condizione di cittadino del Sud, vissuto in una temperie in cui umanesimo e scienza si rincorrevano avendo la certezza di essere mondi non dissimili, per quanto in un contesto spesso difficile. Mondi destinati a integrarsi grazie alla domanda di cultura e di elevazione che il territorio della Basilicata (ma non solo) ha sempre implicitamente suggerito ai suoi abitanti, quale unica e insostituibile possibilità di crescita. 

Accanto alla matematica, alla fisica, alla chimica c’è l’ispirazione poetica non limitata a mera considerazione del presente, spinta piuttosto fino ai grandi temi della natura, dell’ambiente, delle figure della sua Montemurro, il paesello lucano d’origine che matura per Sinisgalli una formidabile vis poetica e non solo la dimensione dell’uomo proiettato verso nuovi spazi e nuove conquiste.

In Vidi le Muse ci sono forti immagini, c’è un paesaggio fatto di cose vere in grado di proporsi inevitabilmente a un’attenzione di respiro ben più ampio del semplice localismo rurale, di quel localismo in cui la Basilicata e il Mezzogiorno (tranne alcune eccezioni) si sono trovati spesso immersi pagando un prezzo in termini di marginalità e di inefficienza.

Ecco, dunque, farsi strada il rilievo “politico” di Sinisgalli, in cui non ci sono battute d’arresto tra elaborazione del pensiero poetico e conoscenza scientifica. La sua è anzitutto una proposta di valorizzazione senza mezzi termini della civiltà di un mondo ricco di spunti ma destinato ad avere un peso non corrispondente alla sua valenza reale. Ma in Leonardo quel mondo acquista forza propulsiva.

Sinisgalli supera senza esitazione lo stesso dualismo nord - sud con una facilità non presente in molti altri - poeti, uomini di cultura, economisti e politici - che si sono arresi davanti a questo divario, prendendone atto, proponendo il suo superamento, ma non andando oltre, molto spesso.

Sicchè il percorso seguito dalla Fondazione Sinisgalli,  specie negli ultimi tempi, sarebbe opportuno che sviluppasse anche questo aspetto legato alla multiforme personalità  di Sinisgalli in grado di avanzare proposte “politiche” con il suo bagaglio, attivo e dinamico, rappresentato da una cultura e da un territorio non certamente minuscoli o incapaci di confrontarsi con il resto del Paese e con certe questioni, molte delle quali ancora aperte. 

E ciò nel tempo della pandemia e delle forti limitazioni, ma proprio per questo orientato a far leva sulle risorse, ora meglio che in passato. Sinisgalli è motore di cultura e di dibattito, nel senso più ampio del termine. Cosa che certamente rientra nella sfera di interessi di un poeta non semplicemente poeta e di un ingegnere non solo ingegnere. Caso unico in Italia.

   




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