domenica 9 settembre 2018

TEMPA ROSSA, AVVIO DIFFICILE E COMPLICATO

       

                      

Il centro olio di Tempa Rossa (foto R. De Rosa riproduzione riservata)



Tempa Rossa non può essere un’altra Val d’Agri. 
Massime garanzie chiede la Regione Basilicata alla Total perché sul secondo polo estrattivo lucano, in attesa di entrare in produzione, non pesi l’ombra di possibili danni all’ambiente o alla salute delle popolazioni, da scongiurare a tutti i costi. 
Francesco Pietrantuono, responsabile dell’Ambiente, non ha dubbi. Anzi è determinato ad andare avanti con assoluto rigore in ordine al rispetto delle prescrizioni imposte alla società petrolifera francese. 
“La prima prescrizione - precisa Pietrantuono - è la numero 11, vale a dire il monitoraggio ambientale, il punto zero che consiste in un’analisi scrupolosa delle condizioni dell’area prima della messa in esercizio dell’impianto. 
Questa analisi non deve riguardare soltanto i tre comuni direttamente interessati, Corleto, Guardia e Gorgoglione, ma addirittura i tredici della concessione. I dati finora raccolti sono al vaglio dell’Arpab.
C’è poi il discorso delle “reti”, il complesso sistema di accertamenti sulle acque sotterranee, sull’inquinamento atmosferico, su quello acustico. 
La Total ritiene che siano sufficienti i dati forniti dalle loro fonti. Questi elementi debbono essere validati da Arpab e da Ispra, che sono organi ufficiali e danno le necessarie garanzie.
 C’è da considerare, inoltre, la gestione delle emergenze, contenuta nella prescrizione 14. Il relativo protocollo è stilato dalla Prefettura e contiene precise indicazioni su come gestire una eventuale emergenza nell’intera area. 
Il protocollo non è ancora disponibile. Sicchè la partenza dell’attività estrattiva e l’avvio del Centro olio non sono possibili e mi opporrò a qualunque scelta frettolosa. Occorrono certezze, anzitutto nell’interesse della comunità e nel rispetto nel territorio”.
Che Tempa Rossa rappresenti un problema lo si evince appunto dal braccio di ferro tra la Regione Basilicata e la compagnia francese: nessuna accelerazione dei tempi e delle procedure in assenza del rispetto di tutte le norme riguardanti uno per uno i vari comparti. 
Gli altri due capitoli di rilievo sono infatti i gas acidi, da bruciare in torcia, e le acque “di produzione”  estratte con il petrolio dal sottosuolo e in ogni caso da depurare. Ma non basta. La proposta avanzata da Total consiste in una depurazione e nel successivo scarico di queste acque nel Sauro. Ipotesi rischiosa, sostiene l’assessore all’Ambiente Pietrantuono, poiché il Sauro rientra in uno schema idrico che alimenta Puglia e Calabria. Cosa accadrebbe in caso di guasto o di una improvvisa avaria? Un rischio non da poco. Sicchè Regione e Prefettura di Potenza sono ora impegnate a studiare con la Total una alternativa possibile in grado di dare garanzie reali. Solo dopo Tempa Rossa potrà iniziare a estrarre il petrolio avviando un regolare ciclo di produzione.      




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