mercoledì 5 novembre 2014

LA PAURA DELLO STATO



La vicenda del povero Stefano Cucchi incute un orribile timore: timore per la disonestà, per l'inefficienza, per quella sorta di incuria, per la superficialità volte soltanto a evitare qualunque conseguenza in seguito a errori commessi sul piano dei comportamenti personali.  Errori non certo involontari, ma frutto di un disegno ben preciso. Colpire un debole e ridurlo in ginocchio davanti alla legge del più forte.
Sicchè tutto questo si traduce in un giustificato timore dello Stato in cui viviamo, del quale siamo parte purtroppo. 
Dalla sentenza  della Corte d'Appello, che ha mandato assolti tutti gli imputati, nessuno escluso, fino al pronunciamento del Presidente del Senato, Grasso, il percorso è lungo. La strada tortuosa e piena di insidie. 
La Corte assolve per mancanza di prove, anche se risulta fin troppo evidente che la fisionomia del giovane è stata letteralmente sfigurata. 
Il Presidente, vista l'entità del clamore che la sentenza stessa stava suscitando, interviene in modo inusuale e dice di voler scongiurare un versante mediatico, che considera lui per primo inevitabile. Ma non si era detto che i giudici parlano solo  con le sentenze? 
Tuttavia, in seguito alla valanga di critiche il Procuratore riconosce indirettamente che la sentenza si presta a commenti non proprio favorevoli, promette il suo personale interessamento, ma poco dopo elogia i suoi PM. Bufera nella bufera. Dichiarazioni allarmate della sorella di Cucchi, prese di posizione, commenti e varie iniziative sul web. 
Fin tanto che il Presidente del Senato, Pietro Grasso, interviene: "Ci sono dei rappresentanti delle istituzioni che sono certamente coinvolti. Quindi  chi sa parli. Che si abbia il coraggio di assumersi le proprie responsabilità perché lo Stato non può sopportare una violenza impunita di questo tipo."
Siamo davvero all'incredibile. Eppure molti di noi sono stati sempre convinti che per autorevolezza, rispetto delle leggi, ma anche per l'equilibrio insito nelle stesse funzioni, non ci fosse garanzia migliore di quella fornita dallo Stato. 
Evidentemente dovremo ricrederci. Sarà duro, ma dovremo ricrederci.

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