martedì 25 novembre 2014

PERCHÈ SNAM RETE GAS NON GRADISCE I GIORNALISTI?



                             

             La zona Snam a Grumento dove sono venute alla luce alcune tombe

Nel corso dei lavori di scavo per la posa di un gasdotto, nell'ambito della zona archeologica dell'antica Grumentum, in Basilicata e in pieno territorio del Parco Nazionale dell'Appennino lucano, sono venute alla luce alcune tombe di epoca presumibilmente romana e in ogni caso legate alla vasta necropoli esistente in loco.
La scoperta ha suscitato comprensibile interesse da parte di studiosi e ricercatori. Per cui appare quanto mai ovvia l'esigenza di disporre di materiale fotografico con cui poter documentare l'importante scoperta, avvenuta purtroppo nel corso di lavori che non hanno nulla a che vedere con l'archeologia e l'assetto degli scavi in una località dove sorge, tra l'altro, un museo di rilevante importanza scientifica.
Per questa ragione ho chiesto al Soprintendente Archeologico per la Basilicata, Antonio De Siena, la necessaria autorizzazione a poter fotografare la zona dove le tombe sono venute alla luce. Ma nel momento in cui il personale del Museo mi ha accompagnato sul luogo della scoperta, secondo le disposizioni dello stesso Soprintendente, sono stato duramente invitato ad allontanarmi con modi bruschi e direi assai poco civili, oltre che arroganti, dal personale della SNAM, addirittura allarmato e infastidito dalla presenza di un giornalista. Personale che si occupa sia della posa del gasdotto, sia delle tombe, nonostante ci fosse la presenza di una "dottoressa" (c'è da supporre incaricata dalla Soprintendenza) ma non meglio conosciuta e interessata soltanto,  a quanto pare, a tenere lontani gli occhi indiscreti di giornalisti, telecamere e quant'altro. Con la banale motivazione della tutela della sicurezza del cantiere. 
Non mi pare sia questo il metodo più valido per mettere insieme ricerca di idrocarburi e archeologia, ammesso che un legame tra le due realtà possa ragionevolmente esserci, nonostante il disappunto delle popolazioni per taluni eccessi che rischiano di compromettere irreparabilmente l'ambiente.
In proposito i dubbi e gli interrogativi sono tanti. È compatibile, in primo luogo, un'attività del genere nel cuore di una zona archeologica di rilievo, non certamente soltanto locale, e nel bel mezzo di un Parco nazionale con finalità di valorizzazione dell'ambiente e della biodiversità, obiettivi quanto mai interessanti nel territorio dell'antica Grumentum? Non solo. In quali condizioni le tombe sono venute alla luce, mentre lo scavo per la condotta del gas era in pieno svolgimento, da parte di maestranze tutt'altro che esperte in campo archeologico? E ancora: quali sono le reali dimensioni della "scoperta" archeologica legata ai lavori per il gasdotto? Si tratta solo di alcune tombe o c'è dell'altro date le frequenti segnalazioni del rinvenimento di suppellettili e monili,  specie nei vigneti della zona.
Ma c'è di più. L'atteggiamento inqualificabile del personale SNAM sollecita un'amara riflessione. A queste condizioni la ricerca di idrocarburi  rappresenta per la Basilicata non una opportunità occupazionale, meno che mai economica, ma esprime a chiare lettere la legge del più forte, che diventa di volta in volta il padrone di casa, pronto a scacciare chiunque tenti soltanto di "ficcare il naso" in affari di cui  non deve minimamente occuparsi. E la giustificazione è sempre la solita: nessuno è autorizzato a vedere, osservare, fotografare. La realtà evidentemente ai signori della SNAM fa paura. 
In situazioni analoghe, lavori ben più importanti di quello che interessa l'area archeologica di Grumento, sono stati bloccati sia dalle Soprintendenze che dalla stessa magistratura, interessata a vigilare sul rispetto degli equilibri ambientali e delle caratteristiche della zona.
A maggior ragione trattandosi, come in questo caso, di una regione già abbondantemente perforata. E anzi sfruttata fino all'osso.

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