martedì 17 aprile 2012

IL PREMIO PULITZER A UN GIOVANE FOTOGRAFO DI KABUL

Massoud Hossaini, 31 anni. E' il giovane fotografo di Kabul che si e' aggiudicato il premio Poulitzer 2012 con la foto di  una scena di terrore in Afghanistan: un attentato del 6 dicembre 2011 costato la vita a 70 persone. 
La foto di Hossaini mostra un ragazzo di 12 anni che urla la sua disperazione, in piedi, in mezzo a morti e feriti a causa di una bomba assurda come la violenza che ormai da lunghissimo tempo tiene banco in quei territori dove anche gli italiani hanno pagato un prezzo altissimo nel tentativo di riportare la pace. Una pace che non arriverà facilmente, nonostante gli sforzi internazionali. Una convivenza civile ancora tanto lontana.
Il premio Poulitzer 2012 conferisce un meritato riconoscimento al giovane fotografo che lavora per l'Afp. Uno strazio, la scena ripresa da Massoud Hossaini. Il ragazzo si dispera: un misto di paura, rabbia e terrore dominano il suo volto e la sua persona, costretta a crescere in fretta sotto l'incalzare degli eventi. A prendere rapidamente coscienza di ciò che accade in un mondo perennemente insanguinato. 
Una foto non certo "comune" che merita dunque tutto l'apprezzamento per il suo valore e la sua capacita' di mettere sotto gli occhi dell'opinione pubblica  una tragedia senza fine.  Ecco dunque l'importanza della fotografia che in questo caso diventa messaggio rivolto all'umanità per  comunicare al mondo il dramma immane della guerra. 
Hossaini e'  a sua volta protagonista di un evento che solo le immagini possono documentare. Il sangue che scorre  in quelle terre dove  gli uomini, impotenti, assistono a massacri quotidiani.  

La voce di questo fotografo si leva forte e rappresenta una denuncia nei confronti di quanti accettano di considerare "normale" il terrore, l'esplosione delle bombe, finanche la disperazione. Come si può vivere da uomini in quelle terre solcate dalle morti e dagli attentati, dove un cadavere, dieci, cento cadaveri sul ciglio delle strade sono una consuetudine.   L'umanità non può continuare ad assistere impotente e rassegnata ai massacri come se si trattasse di una circostanza inevitabile, legata al nostro tempo. 
In quella parte del pianeta i massacri e le stragi sono all'ordine del giorno. E il mondo evoluto sembra non accorgersi. E forse osserva indifferente quelle scene di distruzione continua.  

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