domenica 8 aprile 2012

CONFUSIONE DI IDEE E PREDOMINIO DI LADRI

Chi immagina che dopo tutto questo gran polverone la Lega Nord sia destinata a finire o a ridursi a una formazione politica del tutto inconsistente, si sbaglia davvero e non poco. Sbaglia chi pensa che Bossi, leader e fondatore del Carroccio,  padrone a pieno titolo, possa essere travolto definitivamente dalla slavina che finora non ha provocato ne' morti e ne' feriti, ma soltanto qualche tiepida delusione, già metabolizzata per giunta.
Da cosa deriva questa certezza? Non dalla considerazione che la Lega ce l'ha duro e pertanto e' inossidabile e quindi capace di sopravvivere a qualunque bufera. Quanto da un dato semplice e complesso, nello stesso tempo. Anzitutto il rapporto con il popolo Padano che vede in Bossi il simbolo della rivendicazione del primato (immaginario) del Nord sull'intero Paese e non solo sul Sud corrotto e mangione. E nemmeno soltanto su Roma ladrona. Ma sull'Italia e sugli italiani, su quanti si collocano fuori dalle logiche leghiste. Ecco perché destinati, quindi, ad affondare. Loro, non la Lega, sia chiaro che continua a rappresentare un baluardo, una fortezza. Una garanzia per la Padania.
Ma non e' solo la territorialità a costituire un vincolo d'acciaio, quanto il tipo di rappresentanza improntata a un familismo tutto lombardo, a una forte capacita' di interpretare i bisogni delle popolazioni del Po, ma non solo. Anche i sogni e le fantasie, spesso lontani mille miglia dalla realta' e per questo irrealizzabili. A cominciare dal mito della secessione per farla finita una buona volta con i ladroni protetti da Roma.
Espressioni che parlano di svolta storica e di evento memorabile se ne sono gia' sentite in questi giorni da parte di chi finge di ignorare la capacita' della politica di restaurarsi al suo interno e del Carroccio, anzitutto, di ritornare in campo con rinnovata e strabiliante energia. I primi commenti del capo lo dimostrano: tenere unito il movimento e' ora l'obiettivo primario per aver ragione della burrasca forza 8. Il resto viene dopo, a cominciare dalle inchieste giudiziarie che hanno mobilitato tre Procure e sembrano parlare di connivenze con la 'ndrangheta. Figuriamoci!
A voler fare un raffronto con eventi come quello che "spazzo' via" il partito di Craxi, non va sottovalutato il tipo di rapporto con la platea degli elettori affiliati, che nel caso della Lega hanno ben altra configurazione, ben altro humus rispetto a chi si limita a dare un semplice consenso nell'urna. I leghisti sono elettori proprietari del partito, non sono soltanto portatori di un consenso elettorale. Ma parte in causa, direttamente e quotidianamente.
Raffrontando le disavventure della Lega ad altri casi, non certo isolati, di indebita sottrazione di risorse pubbliche per fini privati, la mente va ad una frase di Padre Pio che, nella primavera del 1956, a chi gli chiedeva un giudizio sulla politica di quel tempo, ormai lontanissimo e dimenticato, rispose: "confusione di idee e predominio di ladri."
Una frase che non ha bisogno di commenti, in grado di fotografare in pieno il potere e le sue logiche, il denaro e la sua vocazione a scivolare facilmente nelle tasche di chi lo ha a portata di mano. Se poi si tratta di denaro pubblico o privato, non conta affatto. Pecunia non olet, dice un detto latino. Il denaro non puzza, ripete Umberto Bossi!

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