mercoledì 14 marzo 2012

A CACCIA DI ECOMAFIE

Viene francamente da sorridere pensando alla dottoressa Fortunato dell'Arpab di Matera che, ai tempi della precedente ricerca di fusti sulla scorta di un articolo del settimanale l'Espresso di qualche anno fa, girava con un apparecchietto su e giu' per Coste della Cretagna, una zona impervia  in territorio di Pisticci, un centro della Provincia di Matera, nella speranza di sentire il bip bip che indicasse appunto la presenza dei fusti nel sottosuolo  del materano. 
Tutta concentrata nel suo lavoro, la dottoressa credeva che  con quello strumento (molto simile a un giocattolo,  in verita') si potesse riuscire a chiarire una buona volta il mistero. Se i  fusti ci sono verranno alla luce. Ma se il bip bip non si sente, vuol dire che non c'è assolutamente nulla,  andava ripetendo. 
Poi c'è stata la bella parata della nave Oceano, costata soltanto 50  mila euro pro die al Ministero dell'ambiente, che ha fatto una serie di "ricerche" nei fondali del Tirreno ma  senza alcun risultato. 
Ora si riapre il capitolo "caccia ai fusti fantasma", edizione  2012, nella regione in cui tutto e' nebuloso e tutto sembra essere vero e falso insieme. 
La commissione ecomafie e' tornata in Basilicata: stessa visita in Trisaia  rispetto ad altre analoghe  visite fatte in passato, stesse scorte della polizia ai membri della Commissione, stessa sosta in Prefettura a Potenza con relativa conferenza stampa. Forse l'unico dettaglio davvero importante e' il lavoro dell'addetto stampa della Commissione , impegnata a tradurre in una serie di informazioni  per giornali  e tv l'attivita dei  Commissari. 
Questa volta tuttavia la ricerca dei rifiuti, nucleari o no, si sta estendendo lungo il corso del fiume Sinni e nel territorio di quel centro che, scaramanticamente, non si nomina... Ma nessuno finora ha pensato di chiedere a Pippo Galante, ex Procuratore antimafia successivamente  dimessosi dalla magistratura, come  mai nel lontano 1999 furono aperti tre fascicoli per presunto trafugamento di scorie radioattive proprio dalla Trisaia di Rotondella. Fascicoli che hanno dormito sonni tranquilli per oltre nove anni nel cassetto della scrivania di Galante, senza produrre alcun effetto. Se un magistrato apre un fascicolo, evidentemente cio' non accade per caso. Ma sulla base quantomeno di precisi indizi e di un più che ragionevole fondamento. Logico, no? 
Il gran parlare dei fusti sollecita intanto inchieste  a ripetizione che non approderanno mai a nulla. Non e' difficile prevederlo. In questo scenario s'insinuano peraltro elementi di varia natura che contribuiscono a rendere il quadro ancora piu' indecifrabile e fosco. Uno per tutti. Una personalità di spicco nel settore ebbe l'incarico dalla Magistratura, anni addietro, di coordinare un pool di esperti incaricati di far luce sul capitolo infinito del nucleare e non solo. Anche su questioni internazionali di tutto rilievo che passavano per la Basilicata e finivano altrove. I risultati del lavoro, protrattosi per lungo tempo, furono assolutamente degni di rilievo. Direi preoccupanti. Anzi allarmanti. Ma nessuno, sottolineo nessuno, ha ritenuto di dover prendere in considerazione una serie di particolari emersi da quella inchiesta. Forse perché addirittura sconvolgenti? O forse perché promettevano di innescare meccanismi tali da mettere in forse poltrone importanti , a vari livelli? 
Di tutto questo la Commissione ecomafie dovra' tener conto. Una visita, cento visite e "ispezioni" non hanno senso se si limitano a un rituale ripetitivo. Altra cosa invece e' la ricerca di quelle verità in grado di fare luce sul serio sui misteri dei fusti, in un terra, la Basilicata, che rischia di diventare a sua volta un mistero. Con tutto cio' che ne consegue... 

Nessun commento:

Posta un commento