sabato 20 dicembre 2014

SPERIAMO ALMENO DI POTER BERE

                                  

                Una delle sorgenti inquinate in località la Rossa di Montemurro
                            (foto R.De Rosa)
La Basilicata come Bussi
Il disastro ambientale c'è ma non ci sono colpevoli. Questa la sentenza per l'inquinamento Montedison a Bussi, in Abruzzo. Una definizione che si addice molto alla Basilicata, dove la protesta di Pasquale, un giovane pastore di Montemurro, rimane inascoltata. Eppure nella zona continuano a nascere agnelli senza testa, con le gambe a metà e con varie malformazioni. Dei veri mostri, a causa di una sorgente di acqua, in località la Rossa,  che inquina i terreni e non fa crescere l'erba lungo il suo tragitto. Acqua di colore grigio e maleodorante, ben diversa da quella che sorgeva lì nella zona fino a qualche anno fa: purissima e limpida. 
Il disastro ambientale è più che evidente. Pasquale è stato costretto a spostare più a valle il suo gregge per contenere il grave fenomeno e c'è allarme tra i contadini. 
Lo zio allevatore non ricorda, da settant'anni ad oggi, fenomeni di questa portata. La zona era additata per la salubrità dell'aria e la purezza dei suoi prodotti.
Quali le cause? L'area rientra tra le località di estrazione del petrolio e il cattivo odore dell'acqua della sorgente, diventata inspiegabilmente grigia lascia intendere che ci sia una vera e propria contaminazione. Forse dovuta ai reflui. Forse ad altre cause. Per giunta è acqua sporca. Basta strofinarne qualche goccia sul dorso della mano e si avverte subito il classico odore di idrocarburi, forte e penetrante.
Oggi l'acqua di quella sorgente fa paura. Sono in tanti a temere che la contaminazione della falda possa estendersi ad altre sorgenti del luogo e rendere inutilizzabile l'acqua e il suolo.
Un vero disastro, documentato per giunta dagli accertamenti condotti dalla professoressa Albina Colella dell'Universitá della Basilicata, rimasti anche questi lettera morta. Considerati addirittura privi di fondamento.
Per giunta proprio in questi giorni l'Arpab (l'agenzia per la protezione dell'ambiente) sta eseguendo dei controlli delle falde acquifere, ma ad una quota molto più bassa rispetto alla sorgente la Rossa. Asp e altri organismi non si sono mai pronunciati nel merito.  É il caso che intervenga la magistratura per definire, magari con l'apporto del Noe, natura ed è entità  del grave fenomeno che ha origine già da tempo.
La zona interessata è poco distante dal Parco nazionale dell'Appennino. Ma questo non fa dormire sonni tranquilli  giacché si teme che un aumento considerevole delle estrazioni di greggio nelle località strategiche della Basilicata, annunciato dal governo, possa comportare il diffondersi progressivo del fenomeno, su scala ben più vasta, se si considera che a Fossa Cupa in territorio di Sasso Castalda esistono sorgenti di assoluto pregio che alimentano l'acquedotto del Basento. Chi garantisce che sono e rimarranno decisamente al riparo da ogni contaminazione? 
  

1 commento:

  1. Chi considera quegli accertamenti privi di fondamento, o è un incompetente o è un disonesto, e potrei denunciarlo per diffamazione. Si tratta di analisi fatte da laboratori chimici accreditati, a differenza di quelli dell'ARPAB, e i cui dati sono stati presentati a congressi internazionali, discussi con esperti internazionali e pubblicati su riviste scientifiche internazionali.

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