domenica 29 luglio 2012

VERSO UNA NUOVA "DESTINAZIONE D'USO"

Un altro colosso petrolifero si affaccia sulla scena della Basilicata: ha un bel nome, per nulla stridente o cacofonico. Anzi molto garbato. Si chiama Delta energy, con origini londinesi e per giunta  ha già aperto una sede a Matera. Buon segno. Dimostrazione inequivocabile di una volontà di insediarsi in Basilicata fondata su delle certezze e non su una semplice ipotesi di successo. Su delle probabilità.
L'obiettivo di Delta? Avviare per ora  una serie di ricerche di idrocarburi  nei territori del Materano (dalla media collina al mare passando per Montescaglioso) in modo da guadagnare il traguardo non facile delle perforazioni nello Jonio  in un futuro non lontano. Tutt'altro. Anzi forse piú vicino di quanto si possa immaginare.
Inevitabile chiedersi le ragioni di tante certezze, proprio mentre il governatore della Basilicata Vito De Filippo rassicura il popolo lucano dicendo che dal lontano 1998 non sono state rilasciate ulteriori autorizzazioni a estrarre petrolio dal sottosuolo della regione. E non c'é motivo di non credergli, ovvio!
La promessa di impiantare trivelle ovunque non risparmia nessun angolo di questa regione del Sud che già ora contribuisce alla bolletta energetica nazionale per circa il 12 per cento. E non siamo ancora al picco della produzione, sia chiaro. Le trivelle potrebbero essere installate a breve distanza da Potenza, nella zona della Grancia e  poi, man mano, fino al mare Jonio con un crescendo pari all'importanza della posta in gioco costituita dalla domanda di petrolio sui mercati internazionali. Domanda alimentata, per quanto ci riguarda, anche dalla larga affermazione dei prezzi agevolati il sabato e la domenica, in Italia, con riflessi sui consumi. E sulle quotazioni dei vari prodotti petroliferi.
Si tratta di una vera e propria "riconversione" della Basilicata al servizio di interessi planetari, al di là di qualunque vocazione turistica e ambientale di questa terra del meridione che farà bene a convincersi di dover riscrivere la sua storia rinunciando ad ogni ambizione di crescita eco compatibile ed a qualunque ipotesi di diventare capitale europea della cultura. É il caso di Matera.
Che ci fosse da anni l'idea di una diversa e "innovativa" destinazione d'uso del territorio lucano lo si apprende anche da un volume pubblicato da Einaudi, il  cui titolo é assolutamente emblematico: "Il costo della menzogna" di Mario Silvestri. Spiega il perché esiste a Rotondella, in provincia di Matera, sulla costa jonica, un centro nucleare. Si voleva fare della Basilicata una regione disposta a occuparsi stabilmente del riprocessamento del combustibile nucleare della centrale di Elk River nel Minnessota. Progetto che l'America con il suo pragmatismo non riuscì a comprendere.  E intanto il fardello delle barre di combustibile irraggiato é rimasto in Trisaia, a scandire una scelta a dir poco folle degli anni Cinquanta - Sessanta.

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