giovedì 27 luglio 2023

UN DISEGNO MALEDETTO






Esiste un metodo per frenare la follia distruttrice dei piromani? Probabilmente no, anzi sicuramente no stando al susseguirsi incontrollato dei roghi. 

Un fenomeno che si protrae da anni e anni, ormai con un danno irreparabile al patrimonio boschivo quanto mai indispensabile per compensare oggi gli scenari di distruzione ai quali stiamo assistendo a braccia conserte, da semplici spettatori, senza poter adottare alcun provvedimento. Alcuna misura. 

Al momento il clima impazzito sembra essere tutt’uno con la vocazione sciagurata dei piromani ad annientare ciò che ci circonda. A distruggere la casa in cui viviamo con una follia autolesionista impareggiabile.  

Nè peraltro la comunità scientifica internazionale è lì pronta a disegnare possibili scenari per garantire, se non subito almeno in tempi ragionevoli, una correzione di rotta al disastro naturale nel quale siamo piombati. 

Un tempo impazzito non è semplicemente un fattore momentaneo, quanto purtroppo una costante. Non un’emergenza ma una crisi vera e propria, osserva un ricercatore del CNR.  

Ciò che accade ha spiegazioni diverse: una ubriacatura di sviluppo, il mancato ricorso a forme di salvaguardia, una disattenzione inconcepibile a livello di scienza e di attuazione di misure idonee? Il riferimento è sia agli stravolgimenti naturali, sia all’opera sciagurata di chi non  si cura dell’entità del danno al quale siamo esposti.

Un dato è certo. I due momenti concorrono a disegnare scenari apocalittici, inimmaginabili fino a qualche anno addietro. 

I primi roghi risalgono alla metà degli anni Settanta, quando il danno appariva non certo irrecuperabile e non tale da esporre a rischi serissimi la vita del pianeta. E quando tutt’intorno la natura sembrava riprendersi facilmente e ritornare alla normalità, senza suscitare eccessivo allarme, dopo la parentesi degli incendi. 

Al punto in cui siamo precipitati è possibile trovare un minimo di soluzione a entrambi i problemi, non certo nazione per nazione o paese per paese? E non certo ciascuno per proprio conto? 

Altro inquietante interrogativo riguarda il ruolo delle superpotenze. Avvertono l’entità del problema a cominciare da Cina e Stati Uniti? Ritengono di sottrarre qualche centesimo alle spese militari per salvare l’umanità dalla catastrofe? O piuttosto le poche voci che si levano, a cominciare da quella di Papa Francesco, sono voci che urlano inascoltate nel deserto della ottusità e del silenzio. 


Nessun commento:

Posta un commento