Ha preso il via in questi giorni la prima indagine a tappeto che consentirà all'Arpab (l'agenzia per la protezione dell'ambiente) di disporre di una serie di dati relativi al monitoraggio ambientale, su una superficie di 104 chilometri quadrati, in cui rientrano le attività dell'Eni per le estrazioni di greggio nella Valle dell'Agri, in Basilicata.
L'indagine,
sostengono fonti dell'Agenzia, è il risultato di un protocollo
d'intesa sottoscritto in base alla legge 152, sulla scorta delle
indicazioni contenute nell'AIA (l'autorizzazione integrata
ambientale) concessa ad ENI per la ricerca e lo sfruttamento di
idrocarburi in Val d'Agri. La legge fa carico alle compagnie, e
all'Eni in primo luogo, di finanziare un dettagliato piano di ricerca
delle modificazioni all'ambiente intervenute in seguito ai progetti
di "sviluppo olio e gas" in Basilicata e, in particolar
modo, nel territorio della Valle. Cambiamenti determinati
dall'estrazione di idrocarburi. Il costo dell'operazione è di oltre
4 milioni di euro. Le indagini si svilupperanno nell'arco di un anno
e vedranno impegnati esperti con un notevole bagaglio di conoscenze
professionali nel settore.
Numerosi
i parametri da prendere in esame, che vanno dalle falde sotterranee
alla biodiversitá vegetale e animale, includendo tutte le emergenze
dell'area che coincide, in larga parte, con il territorio del Parco
nazionale dell'Appennino lucano, Val d'Agri, Lagonegrese.
Si
tratta del primo screening di vastissima portata, commenta il
direttore dell'Arpab Raffaele Vita, che potrá fornire le necessarie
garanzie in ordine agli equilibri ambientali di una vasta zona, ben
oltre il perimetro della valle.
La
ricaduta immediata di un complesso monitoraggio dell'ambiente la si
registrerá sul Parco nazionale : una realtà in fase di crescita che
punta a rappresentare, nel cuore della Basilicata interna, un
presidio per la difesa degli equilibri naturali. Il Parco sta
eseguendo, infatti, per proprio conto, una serie di rilevazioni su
flora e fauna che hanno come obiettivo quello di accertare lo stato
di salute dell'ambiente.
Fare
dell'area protetta un laboratorio di indagine e un controllore del
territorio è sempre stato l'obiettivo del gruppo dirigente del Parco
che ora si avvia a stilare il Piano socio economico, un vero banco di
prova.
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