venerdì 19 luglio 2024

PER IL DEPOSITO DELLE SCORIE C'E' ANCORA MOLTO DA ATTENDERE



                           Il NO della Basilicata alle scorie radioattive

                                  

In questi giorni notizie di fonte giornalistica, supportate da ambienti ministeriali, ritornano sulla questione del deposito nazionale delle scorie radioattive. Occorrerà ancora molto tempo prima che avvenga la scelta del sito, regioni e comuni interessati permettendo. Questo lo scenario del momento.

Siamo tuttavia all’anno zero dopo interminabili confronti e lunghe discussioni. Non esiste ancora l’agenzia incaricata di seguire e organizzare la delicata materia e non si sa se  crearne una nuova “che proceda alla certificazione di tecnologie e produzioni.” C’è una startup la Newcleo, italiana ma con attività in Francia, che sta ricevendo le varie certificazioni (non sono poche a quanto sembra) ma il punto centrale rimane la sicurezza dalla quale evidentemente non si può prescindere.

Basilicata, Puglia e dintorni hanno detto no al deposito nazionale delle scorie radioattive dopo i moti  di Scanzano Jonico del 2003, che scongiurarono all’epoca una decisione già assunta e apparentemente irrevocabile. A parte la valenza turistica e agricola dell’arco costiero jonico, altri fattori appaiono saldamente ancorati a un diniego, a cominciare dalla consistente estrazione di petrolio dal sottosuolo lucano che colloca questa terra del Sud tra i maggiori produttori di greggio in terra ferma. Non è poco anche per l’inquinamento e la tutela della salute degli abitanti, Val d’Agri in prima linea. 

C’è dunque da attendere per conoscere la decisione del Governo, qualunque esso sia, in materia di ubicazione del deposito nazionale imposto dall’Europa. Una decisione che si annuncia più pesante di un macigno. 

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