sabato 25 novembre 2023

LA VIOLENZA SULLE DONNE NON E’ L’UNICA VIOLENZA






“Stai attenta, se no ti faccio fare la fine di quella…” Parole orribili sulla bocca di un altro mostro, pronunciate ad Aosta proprio mentre migliaia di giovani manifestano ovunque ricordando il sacrificio della povera Giulia, uccisa dal suo ex, oggi rientrato in Italia.  

C’è ancora chi cova un odio fatale verso la propria compagna, fidanzata, moglie. Quell’odio in grado di scavare nelle coscienze e di armare la mano di potenziali assassini pronti a uccidere. 

“Stai attenta” non è solo un lugubre avvertimento, ma un progetto terribile, inaudito e impensabile da un animo normale.

Oggi 25 novembre è il giorno della lotta alla violenza sulle donne. Ormai l’argomento è al primo posto nelle cronache di questi giorni. L’omicidio di Giulia rende inevitabile una valanga di iniziative e di commenti, tutti giusti, ma che si attenueranno dopo i funerali nonostante la detenzione del suo carnefice renderà inevitabile un ritorno sull’argomento, date le scadenze giudiziarie legate al processo e alla sua permanenza in carcere.

La violenza sulle donne non è tuttavia l’unica violenza. Anzi. Esiste una violenza sui disabili, sugli emarginati, su chi non ha potere necessario per affermarsi nella società. Su chi cerca lavoro e sa che gli sarà inevitabilmente negato. Su chi pensa alla Costituzione e si rende conto che la Carta è la prima legge a essere negata in tante circostanze.

Quanto poi alla violenza fisica, chi mai va a esplorare nelle famiglie per accertare i comportamenti dei figli nei confronti dei genitori o degli anziani? 

C’è un dato che puntualmente sfugge. L’atteggiamento rozzo e aggressivo di tanti automobilisti che nel traffico delle città o sulle autostrade si sentono padroni assoluti  in grado di dominare la scena e di pretendere che tutti gli altri debbano adeguarsi ai loro dictat.

Questa la società evoluta del terzo millennio. Non è retorica. La complessità scatena mille reazioni, spesso immotivate e incontrollabili, a livello individuale e non solo collettivo. La violenza negli stadi è, a proposito, una forma inqualificabile di comportamento barbaro che spesso si cela sotto la maschera degli ultras.

Una violenza che si connette ad altre  forme  di uso distorto di un potere personale di scegliere, decidere. Pretendere, soprattutto.

Ecco da dove nascono i femminicidi: dalla scelta e dalla convinzione di disporre liberamente della volontà della moglie, compagna, amica. Sicchè quello “stai attenta” suona come una sentenza di morte già scritta. Purtroppo.

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