martedì 2 agosto 2022

ESTATE A PAESTUM E VELIA


                              

                                 
                            
                            Il tempio di Cerere (foto R. De Rosa - Riproduzione Riservata)



Il caldo sole d’agosto non scoraggia, anzi richiama, un gran numero di visitatori a Paestum e Velia, la perla del Cilento. Un monumento al passato. Una sintesi delle vicende del Sud e della Magna Grecia in cui s’incrociano arte e cultura in una dimensione sempre più accattivante. Uno scorcio di vita e di umanità nella splendida cornice di antichi monumenti capaci di far vivere l’essenza della storia che non si cancella. L’estate 2022, purtroppo ancora dominata dagli esiti della pandemia, fa in ogni caso registrare un notevole incremento di presenze e un rilancio di queste località di cui finalmente emerge il senso autentico. Visitatori in aumento sia durante i giorni feriali che festivi, ma anche di sera con spettacoli ispirati al valore dei luoghi. Tiziana D’Angelo è da qualche mese la direttrice dei due importanti complessi in un clima costruttivo e di attesa. Dedica tutta sé stessa a questa realtà, non esagero. 
Direttrice D’Angelo, Paestum e Velia ormai vanno ben oltre la semplice appartenenza al territorio e continuano a lanciare messaggi di rilievo, in varie direzioni, mentre si propongono a un’attenzione qualificata anche in campo internazionale. Il vecchio della foto che accompagna il bimbo per una visita all’area è un documento senz’altro eloquente. 

 “Sono convinta che l’internazionalizzazione non è una scatola vuota, ma una capacità di aprirsi a diversi tipi di pubblico, di richiamare una vasta gamma di interessi. Cosa che sta accadendo.” 

Velia soprattutto è un cantiere aperto in cui la ricerca spazia verso nuovi orizzonti. Potremo conoscere ancora tanto di questi antichi insediamenti. L’orizzonte è particolarmente vasto. 

 “Ci sono progetti in corso e varie iniziative che saranno intraprese a breve e medio termine. Abbiamo in corso un progetto di scavo e di messa in sicurezza del Quartiere arcaico, sul pendio dell’acropoli, e questo è fondamentale perché da un lato ci consente di migliorare la fruizione del sito e dall’altro di far luce in modo approfondito sui primi decenni della vita della colonia. E questo è fondamentale anche ai fini di una missione scientifica di più ampio respiro. A gennaio febbraio si sono intanto conclusi degli scavi, sotto la direzione del prof. Osanna, sull’acropoli di Elea, Velia che hanno messo in luce la presenza di una struttura sacra risalente agli anni della fondazione della colonia. Iniziative, queste, che hanno vari scopi ma rientrano nell’ambito della valorizzazione del sito dell’acropoli, legata alla prima fase di storia della città.” 

 Elea, Velia. La mente va a Parmenide il filosofo dell’essere e del non essere. Paestum e Velia sono oltretutto dei capisaldi per diffondere il senso della cultura nei parchi nazionali e nelle aree protette. Un più stretto rapporto con l’Appennino lucano e con il Pollino, ad esempio, può rappresentare un forte elemento dinamico e di coesione. 

“Assolutamente si. Tra l’altro, come Parco archeologico non possiamo semplicemente fungere da attrattore, ma dobbiamo avere un impatto nei confronti della Campania e del Mezzogiorno. Occorre creare le condizioni per costruire veri e propri itinerari che stabiliscano dei collegamenti: un prodotto culturale nuovo in cui tutti si possano rispecchiare. Una cultura che tutti possano sentire come propria, anziché essere semplicemente un attrattore. La cultura, quella vissuta, è un motore dalle straordinarie potenzialità.”

                                
               
                    Velia - Recente campagna di scavi (foto De Rosa - Riproduzione Riservata)

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