giovedì 22 aprile 2021

MARIA DI LASCIO NUOVO PRESIDENTE DELLA COMUNITA' DEL PARCO



                                      

      
 
Transumanza sul Sirino (foto R. De Rosa - riproduzione riservata)




Dopo lunghissime trattative, durate quasi un anno,  il Parco nazionale Appennino lucano Val d’Agri lagonegrese ha il Consiglio direttivo e la nuova Presidente della Comunità del Parco, Maria Lascio, sindaca di Lagonegro.

Un risultato che segna quantomeno una svolta nel cammino tortuoso della giovane area protetta, che sin dall’inizio era proiettata verso una serie di traguardi di tutto rilievo. Tutela dell’ambiente dal dilagare delle trivelle, valorizzazione del territorio, una intensa opera di marketing e poi il problema del lavoro e del rapporto con le popolazioni, un vero banco di prova per i vari presidenti e commissari che si sono succeduti alla guida.

Oggi, tuttavia, non sembra che almeno le questioni di maggior peso siano state risolte. O almeno affrontate con successo. 

Difatti, il sindaco di Lauria, Angelo Lamboglia,  mostra non poco disappunto per l’assenza di adeguata rappresentatività dell’area Sud del Parco all’interno del Consiglio direttivo.

Non si tratta di ottenere una poltrona in più (ammesso che si possa parlare di poltrone) quanto di un peso maggiore nelle scelte e nelle decisioni da adottare.

Lamboglia punta tutte le carte sul complesso montuoso del Sirino Papa, un attrattore di indiscutibile valenza turistica, ambientale e paesaggistica per il Mezzogiorno. Una montagna in cui è racchiusa buona parte della storia di questo pezzo di Basilicata dove in tempi lontanissimi c’erano addirittura i popoli Sirini. 

Una montagna austera e struggente con le sue alte quote e le sorgenti che d’estate sono una risorsa per gli appassionati di trekking. 

Valorizzare il Sirino significa dunque aprire il futuro al Parco, creare le premesse per dare slancio a una realtà finora considerata del tutto marginale. 

Al di là di questo, si può dire che ora il parco dispone di una marcia in più per portare a conclusione il faticoso iter del Piano, indispensabile strumento di governo dell’area. Spetterà a Giuseppe Priore, Commissario in attesa di essere nominato Presidente, non lasciar cadere nel nulla questa nuova opportunità, da non sottovalutare per mille ragioni. Anzitutto per evitare che il Parco rimanga soltanto sulla carta e non produca gli effetti attesi sin dal lontano 1988 quando l’Appennino apparve nella Finanziaria, almeno come ipotesi. 

     

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