“Mi
chiamo Fabio, ho 21 anni. Voglio raccontare la mia “esperienza”
negativa che ho avuto con la Giustizia; voglio raccontarla perchè
non mi sembra così tanto giusta, anche se c'è da dire prima di
tutto che io ho commesso dei reati dei quali è giusto che io paghi e
sconti una pena.”
Si apre
con queste parole la lettera di un giovane che si rivolge al Garante
per l'infanzia e l'adolescenza, il prof. Giuliano, con lo scopo di
far conoscere la sua esperienza, dura e difficile. Un marchio
indelebile in grado di condizionare la sua vita di giovane e il suo
futuro di uomo.
Fabio
ammette di avere sbagliato da ragazzo: “Tutto ha inizio a 14 anni,
quando vengo denunciato a piede libero, dopo aver confessato di avere
commesso dei reati.”
Dopo la
denuncia i carabinieri lo arrestano: cinque lunghi mesi trascorsi nel
carcere minorile di Bari, dove tra l'altro – precisa Fabio – gli
viene approvato un progetto di messa alla prova. Attività che
dovrebbe consentire una sorta di verifica, una prova appunto per
accertare il suo grado di “ritorno alla normalità”. Attività
che Fabio svolge successivamente nella sua abitazione per la durata
di oltre un anno. Intanto commette un altro reato e il Tribunale
Ordinario lo condanna a due anni e quattro mesi con la sospensione
condizionale della pena e la sospensione del progetto di messa alla
prova. Il sogno s'infrange; prima amara delusione.
Al di
là di tutto Fabio è finalmente libero. Progetta il suo futuro, il
suo domani, con un lavoro. Una vita normale come quella di tante
altre persone. Ma la realtà è diversa. I procedimenti penali a suo
carico, per i reati commessi da minorenne, vanno avanti e sfociano in
una condanna a quattro anni e sette mesi di reclusione, dopo quattro
anni di libertà assoluta. In questo arco di tempo, tuttavia, il
giovane precisa di non avere commesso alcun reato. E di essersi
impegnato anche nel lavoro: un contratto da pizzaiolo che gli
consente di sentirsi come gli altri e di lasciarsi alle spalle
esperienze negative, frutto di superficialità, di leggerezza, di
mancanza di una guida forte e responsabile. “Ho anche una relazione
sentimentale molto importante che spero di non distruggere...”
precisa con comprensibile soddisfazione.
Per i
reati commessi da ragazzo, Fabio è stato rinchiuso nel carcere
minorile di Potenza. Lui maggiorenne ormai, in attesa di poter
chiedere, grazie alla sua buona condotta, “un affidamento in prova
per continuare a lavorare ma soprattutto per non perdere tutto quello
che ho costruito in questi anni.”
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