Si, la Basilicata in prima pagina, anche sulla stampa nazionale, per
un evento certo non insignificante: l'inchiesta sui 170 mila euro che
sarebbero finiti nelle tasche di questo o quell'assessore, a titolo
di rimborso spese o di buoni carburante. Una vicenda meschina che, se
dovesse trovare riscontro nelle carte processuali, finirebbe per
dipingere gli amministratori locali o, meglio, alcuni degli
amministratori, come un manipolo di profittatori di professione. In
buona o in cattiva fede, tutto da vedere ancora. Per fortuna esiste
il principio della presunzione di innocenza fino al momento in cui le
accuse non saranno passate in giudicato.
La brutta pagina di questa inchiesta
racconta, tra l'altro, di persone che sono comparse davanti agli
inquirenti e che hanno dovuto giustificare la loro presenza, con
relative spese a carico della Regione, in una serie di eventi istituzionali con cui non
avevano alcun rapporto. Insomma, come si trovavano i soliti estranei
in determinate circostanze (viaggi o missioni) in cui questo o quel
titolare di un assessorato, questo o quel consigliere, erano
intervenuti per ragioni legate esclusivamente al proprio mandato?
Ma questa, sia chiaro, è solo una
faccia della medaglia. L'altro aspetto riguarda le dimissioni di Vito
De Filippo al termine di un lungo, interminabile periodo che ha
portato al rimpasto nel governo della Basilicata. Anzi ad un uovo
governo.
De Filippo, travolto dalla bufera,
tiene a sottolineare la sua totale estraneità al tema dei rimborsi e
delle fatture. Inevitabile, a questo punto, un giudizio sul suo
governo e sulla sua personale capacità di affrontare i nodi
complessi della crescita sotto zero di questa terra, ricca di risorse
ma povera di lavoro e di sviluppo. Primo produttore di greggio in
terra ferma, in Europa, serbatoio di acqua per il Sud con
caratteristiche ambientali che da sole potrebbero affermare il
primato della Basilicata non solo in un contesto locale. Ma nazionale
e addirittura internazionale.
La Basilicata del terzo millennio si
trova a fare i conti con uno spopolamento progressivo che l'ha
ridotta a un quartiere di Roma o di Napoli. Con grande soddisfazione
per chi muove le leve del potere e sarà in grado di fruire indisturbato delle
mille opportunità offerte dall'Europa e non solo. Alla faccia di chi
è costretto ad emigrare! La Caritas nazionale sostiene addirittura
che la Basilicata è tra le regioni del Sud in cui il flagello della
povertà si aggira intorno al cinquanta per cento. Un dato drammatico
che non determina alcuna scelta importante e risolutiva, in un clima
di indifferenza generale.
In ogni caso il nuovo governo regionale
è stato varato. Non si tratta di un rimpasto. Al suo posto rimane
Marcello Pittella chiamato a gestire le attività produttive e il
turismo. Ottima figura di amministratore e di politico dalle mani
pulite. Per operazioni di potere, sarà utile ricordarlo, Pittella
era stato escluso all'inizio della legislatura da qualunque incarico
di governo. Una scelta che sarebbe bene giustificare da parte del
governatore della Basilicata.
Ora si guarda a settembre, epoca in cui
l'attuale classe dirigente chiederà un consenso agli elettori per
continuare ad amministrare e a decidere il destino della Basilicata.
C'è da sperare sin da ora che una svolta possa esserci sul serio.
Altrimenti il degrado sarebbe inevitabile.
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