Rita Levi Montalcini merita ben più di un ricordo. Non solo per l'autorevolezza del suo percorso culturale, quanto per la dignità che ha saputo riconoscere alla scienza. E per la dignità che ha trasferito dalla scienza alla sua persona.
La dignitá della scienza non è un fattore automatico, ma dipende soprattutto da chi studia e approfondisce, dallo stile di chi lavora per mettere a disposizione dell'umanitá il frutto della sua fatica.
La Montalcini si è dedicata come medico e come scienziato a indagare sulle cellule nervose con l'intento di fare uscire la ricerca dalle secche di una conoscenza limitata e spesso non soddisfacente. Se non parziale. Questa donna avvertiva il peso dei limiti angusti in cui settori della medicina sembrano essere ancora segregati. La sua frase storica: "il mio merito è l'impegno" abbraccia infatti per intero gli obiettivi della ricerca e traduce in un concetto elevatissimo il compito di chi indaga per aprire scenari inesplorati e indispensabili. Per far compiere alla conoscenza quel salto di qualitá sempre atteso e che forse non arriverá mai.
Una donna di livello straordinario, un esempio di vita. Per i giovani ma non solo. Per la società indubbiamente.
La dignitá della scienza e il suo valore, oltretutto, sono tali da superare ogni confine.
Il prevalere della mente sul corpo è poi il simbolo di una donna scienziato destinata a fare storia. Incurante del corpo ma preoccupata della mente: ecco il suo percorso che racchiude in sè un monito anzitutto per quella scienza al servizio del potere. Oggi purtroppo abbastanza frequente.
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