domenica 12 febbraio 2012

LA "SCIENZA UFFICIALE" FRENA LA RICERCA: IL CASO DELLA SCLEROSI MULTIPLA

2,7 milioni di euro per finanziare la sperimentazione su un intervento di angioplastica che finora, a detta di molti pazienti, ha contribuito a migliorare nettamente la condizione di tante persone affette da sclerosi multipla. 
Protagonista di uno sforzo, davvero senza molti precedenti,  la Regione Emilia Romagna che ha messo a disposizione la somma di tutto rilievo, anche per altre regioni italiane, con l'intento di valorizzare la scoperta di un gruppo di studiosi. Di cosa si tratta? Questi medici basandosi sui risultati finora conseguiti, ritengono che un intervento di angioplastica sulla giugulare stia facendo migliorare in maniera sensibile la situazione di un numero rilevante di pazienti affetti dalla malattia. I risultati non sono da sottovalutare, informa un articolo scientifico pubblicato dal Corriere.it che ha messo in onda anche una serie di interviste a chi è affetto dalla patologia per sottolineare che non si tratta di una burla, di un inganno per fare soldi e meno che mai di una presa in giro da parte di un gruppo di operatori sanitari in cerca di notorieta'. Secondo il quotidiano on line la scoperta e' nata dalla constatazione di una serie di malformazioni alle arterie nei malati di sclerosi multipla.
Come era prevedibile, si oppongono a questa iniziativa i soliti ambienti ufficiali, detentori della scienza, gli unici titolati a dire si o no a quello che si fa in campo medico sulla pelle dei malati. 

Dal punto di vista etico questa opposizione netta e tracotante non ha molto senso. Una volta accertato che i ricercatori non sono dei cialtroni o dei venditori di fumo, ma persone che operano in strutture pubbliche nell'esclusivo interesse dei malati, e' il caso di assecondare questo sforzo che sta aprendo orizzonti imprevedibili al trattamento di una malattia con pesanti conseguenze sociali. Certo qualcuno vede vacillare la propria poltrona, il senso del primato in campo medico. Vede messa in forse quella "maesta' scientifica" spesso legata a mucchi di interessi e a scelte utilitaristiche. E di precedenti in tal senso ce ne sono fin troppi. 
La regione Emilia Romagna sta dando prova di una straordinaria sensibilità. Assecondare questo sforzo è un dovere, se non altro in ossequio a tante persone che  testimoniano la validità dell'intervento di angioplastica mettendo in prima linea la loro personale esperienza. Un dovere per la società e non solo per chi ha in casa un ammalato destinato a peggiorare giorno dopo giorno. Un esempio di solidarietà che non può venir meno, se si vuole evitare peraltro che ci siano un centro e una periferia della scienza e della ricerca, soprattutto.
Verrebbe da proporre che anche la Basilicata, con i fondi del petrolio e altre risorse, possa collaborare a questo progetto che libera oltretutto la ricerca da lacci e laccioli imposti dall'autorita costituita. Costituita entro certi limiti, poiché davanti ai risultati  nessuno puo' opporsi. Nessuno può frenare. Nessuno ha il diritto di far prevalere logiche baronali sul dinamismo  della medicina e sulla sua capacita' di sfondare finanche barriere che sembravano insormontabili. Sia chiaro: ferma restando la possibilità di accertare fino in fondo la qualità dell' impegno  oltre ad una verifica degli obiettivi di chi lavora in questo delicato settore.
Non dimentichiamo, in ogni caso, la scelta di tanti giovani medici italiani costretti ad emigrare all'estero per non accettare veti incrociati e dictat di ambienti ufficiali e di baroni ostinati a non vedersi superare da chi studia con competenza e dedizione. Un problema antico, questo, destinato a ripresentarsi ogni volta che si discute di scienza e di progresso. Un campo minato,  difficile da sottrarre al monopolio di chi non rinuncia alla sua personale autorità. E di precedenti ce ne sono davvero tanti.

                                                      Rocco de Rosa

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