Ci voleva la questione Fenice, esplosa in tutta la sua gravità, per porre l' ambiente in prima linea in uno scenario non solo locale, ma meridionale e nazionale.
I livelli d'inquinamento provocati dal termodistruttore di san Nicola di Melfi finora taciuti, i danni all'ambiente, alla salute, agli equilibri del paesaggio non sono e non saranno probabilmente mai messi a fuoco fino in fondo e in maniera compiuta. Si tratta infatti di un problema di enormi dimensioni come, del resto, era stato documentato anni e anni orsono nonostante il generale silenzio di controllati e controllori. Questi ultimi, leggi ARPAB, pronti a tranquillizzare le popolazioni e a smentire ogni allarmismo in nome di una efficienza professionale dei singoli “esperti” che, a detta dei vertici dell'Agenzia per la protezione dell'Ambiente, erano di per sé una garanzia per definizione. Questo almeno il punto di vista di Vincenzo Sigillito e del suo staff di stretti collaboratori.
Intanto, proprio all'atto del suo insediamento il nuovo Direttore Generale, Raffaele Vita, ha dichiarato di voler determinare una inversione di rotta: di essere intenzionato a mettersi al lavoro sul serio in presenza di una situazione davvero difficile. Naturalmente c'è da attendersi i risultati.
Se Fenice è al centro dell'attenzione di magistratura, forze politiche e organi tecnici ben altri problemi suscitano allarme. Rimane infatti senza risposte la questione del nucleare che ha assunto toni e proporzioni imprevedibili dopo le ultime carte interne dell'Enea che documentano per gli anni scorsi traffici di materiale radioattivo e movimenti in Trisaia di proporzioni rilevanti. Quali risposte dà oggi Sogin? A che punto è la bonifica del sito? Quali i tempi e le prospettive? Domande senza risposta, almeno finora.
Mentre si acuisce sia il problema di una consistente presenza di amianto nella baraccoppoli di Bucaletto e nel sito della ex Cip Zoo nella zona industriale di Potenza, si apprende che l'intera area di Viggiano non è da considerarsi più agricola, ma località industriale a tutti gli effetti. Bella scoperta! Le popolazioni si sforzano di chiedere lumi e il Parco dell'Appennino cerca di svolgere il suo ruolo di salvaguardia di quel che rimane di un ambiente fino a qualche anno fa integro e accattivante. Oggi diventato pericoloso, oltre ogni ragionevole previsione.
Rocco De Rosa
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