lunedì 18 luglio 2011

Poste a singhiozzo per colpa del sistema informatico. Eppure c'è chi giustifica tutto!
L'avaria al sistema informatico – che ha paralizzato gli uffici postali del centro e della periferia, non più tardi di un mese fa - continua ad avere delle ripercussioni sull'attività degli sportelli e sul disbrigo delle normali operazioni: pensioni in prima linea. Attesa spesso dura e difficile di chi è costretto a fare lunghe code per ottenere non certo una pensione d'oro, ma quel poco indispensabile per tirare avanti, magari fino alla fine del mese.
Fonti interne alle Poste sostengono che il pieno e definitivo ripristino della macchina informatica è ancora di là da venire. Giorni fa ben due interruzioni della linea si sono infatti verificate, a breve distanza di tempo l'una dall'altra, nella Sede di Potenza centro (ma non solo) con gente che, naturalmente, continua a mal sopportare certi disservizi, destinati a riflettersi non solo sull'utenza ma anche sugli operatori, sottoposti a turni logoranti, anche a causa delle alte temperature di questi giorni. Ovviamente c'è da apprezzare lo spirito di dedizione e l'impegno di chi lavora al servizio del pubblico, in condizioni non proprio ottimali. Bloccati per giunta anche i postamat, il che ha determinato la paralisi per quanto temporanea delle attività prevalenti.
Come si può giustificare una vicenda del genere? Difficile dirlo. Sono in pochi tuttavia a farlo e tra questi pochi, anzi pochissimi, c'è la responsabile di Potenza via Pretoria, Verrastro, che di interruzioni e di disservizi non vuol sentir parlare, nemmeno per sogno. Rallentamenti, inefficienze e quant'altro non debbono entrare a far parte del dizionario dell'utenza altrimenti, ritiene, si lancia un'ombra pericolosa sul sistema postale e poi i clienti scappano. Ecco il rischio.
Insomma, negare fino all'impossibile ed esorcizzare ciò che accade: una strategia fin troppo banale di chi finge di non capire le proteste della gente e magari tenta di giustificarle in un modo o nell'altro. Tipica logica per evitare richiami o contraccolpi da parte dei vertici di Poste italiane che potrebbero, in fin dei conti, decidere finanche una sostituzione dei responsabili locali. Rischio da non correre affatto...immagina la direttrice Verrastro. Un modo di ragionare improduttivo e dannoso, ad ogni buon conto.
La questione dei blocchi ha contorni ben precisi e va bene al di là dell'evento imprevedibile. Il sistema informatico delle Poste, di estrema complessità e delicatezza, va governato con competenza se si vogliono evitare veri e propri disastri. L'inchiesta aperta dalla Procura di Roma, dopo la maxi interruzione che ha messo in ginocchio gli sportelli di tutta Italia, deve far luce su responsabilità centrali e periferiche per stabilire le cause di quanto è accaduto. Purtroppo per ora dell'inchiesta non si parla più, nel bel mezzo del segreto istruttorio che giustificherebbe questo silenzio. Sicchè allo stato delle cose l'indagine annunciata tace, nonostante i buoni propositi di colpire i responsabili del macro disservizio delle settimane scorse. C'è da augurarsi a questo punto che le indagini siano state realmente aperte e possano una buona volta sortire effetti positivi, nell'interesse esclusivo dei cittadini utenti, prima di tutto.
Rocco De Rosa

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