mercoledì 18 settembre 2024

POLLINO, CHE FARE DEL PARCO?







Le alte quote del Parco nazionale


Il Pollino attende, da troppo tempo. Attende una svolta che non sembra arrivare, tra l’altro, nel silenzio generale di alcune istituzioni e degli abitanti del più grande parco nazionale italiano. 

Il rischio peggiore dell’assenza di una svolta, decisiva per la gente della Calabria e della Basilicata, è la disaffezione: il parco uno strumento inutile e forse dannoso, tanto vale ignorarlo si sente dire. Fatto di divieti, di impedimenti senza che venga garantito il senso di una crescita economica dovuta appunto alla presenza della grande area protetta. Ci si aspettava sin dall’inizio di quest’avventura, ormai ultra trentennale, un salto di qualità che non c’è stato.

Francavilla sul Sinni è la porta naturale che introduce nel cuore di una realtà, troppo a lungo giustamente magnificata, forse anche a causa di facili aspettative. 

 Un centro importante che risente della modernità e chiede attenzione. Appunto un’attenzione specifica in termini di un turismo qualificato e all’altezza della posta in gioco, in grado di dare lustro all’ambiente, ma non solo. Di mettere a frutto l’esistente dall’artigianato locale alle produzioni , per giunta particolarmente ricercate. 

“Il Pollino non può continuare a rimanere immerso in un silenzio inspiegabile e pericoloso” commenta Romano Cupparo, sindaco di Francavilla,  ormai da decenni testimone di quell’interminabile quantità di confronti, di dibattiti, di promesse, di tentativi raramente andati in porto. Insomma, un gran parlare.

Qual è, sindaco Cupparo, il primo nodo da affrontare, gli chiedo.

“Il territorio e la gente che lo abita. Bisogna che il parco sia realmente parco, non solo sulla carta. Le risorse vanno valorizzate e rese produttive, le alte quote sono un patrimonio di valore inestimabile.  Gaudolino, Serra delle Diavole, il Giardino degli Dei, i Piani. Senza considerare le acque e le tante sorgenti. Occorre dare non solo visibilità al Parco, quanto realizzare iniziative e progetti per l’occupazione nel campo dell’ambiente, la sentieristica, le guide. Questa è un’altra Stellantis di segno completamente opposto con il consenso di una opinione pubblica italiana e internazionale che viene a visitare il Pollino e rimane incantata.

Il bello non basta se rimane fine a sé stesso, incapace di promuovere cambiamenti veri.”

Ma c’è di più aggiungo. Il tema dell’accoglienza è fondamentale, il rapporto tra le popolazioni e i visitatori. A questo proposito Francavilla ha un altro fiore all’occhiello, i fratelli Mele, autori di una scommessa economica di grandi dimensioni nel campo dell’abbigliamento ma anche capaci di promuovere elementi di attrazione verso la natura. Insomma di legare la gente al Parco, inteso come possibile volano di una vita più umana, meno frastornata a causa delle tante futili attrazioni.

Romano Cupparo non ha torto. Si attende da tempo un nuovo Presidente, adempimento importante per il governo dell’area protetta calabro lucana. Un Presidente cui spetterà il compito di mettere ordine. Di cominciare a ricostruire dalle basi una realtà in attesa di significativi cambiamenti. Non è poco, ma il Parco è un banco di prova di tutto rilievo e come tale va tenuto nella giusta considerazione.     

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