giovedì 14 dicembre 2023

51 SITI, BASILICATA IN PRIMA LINEA




                                      


                                Il sito nucleare della Trisaia (foto De Rosa - riproduzione riservata)



Almeno questa volta la Basilicata ha un “posto d’onore”:  è in prima linea nella mappa delle località italiane in grado di ospitare il sito nazionale dei rifiuti radioattivi.

Sono dieci i luoghi possibili tra Matera e Potenza e altri 4 tra Puglia e Basilicata individuati sulla base delle valutazioni degli esperti. E ciò esattamente a venti anni da quel novembre 2003 quando in centomila dissero NO al deposito che sarebbe dovuto sorgere in località Terzo Cavone di Scanzano Jonico, a pochi passi dal mare e dalle  località di maggiore interesse turistico e ambientale. Fu una sommossa di popolo, lo ricorderanno in molti. Il sindaco dell’epoca, Mario Altieri, proclamò a gran voce: saremo il paese più ricco del mondo. E la rivolta divampò anche in seguito a queste dichiarazioni.

La mappa è  soltanto un elenco dei luoghi ritenuti idonei o, piuttosto, si tratta di una scelta già opportunamente varata e tenuta al caldo per anni? Un dato è certo: spunta Trino Vercellese, il cui primo cittadino dichiara la sua disponibilità ad accogliere il deposito nazionale delle scorie. Fin qui nessun problema. Ma nel caso in cui Trino dovesse fare macchina indietro cosa accadrebbe?

La Basilicata e la Puglia hanno già manifestato la piena opposizione a una scelta che dovesse ricadere sul territorio delle due regioni. Ma, quanto alla Basilicata, sarebbe bene che alcuni benpensanti conoscessero la sua storia. E’ la terra del petrolio ormai da decenni e vanta un contributo del dieci per cento alla bolletta energetica nazionale con i suoi  giacimenti disseminati ovunque e i due centri olio della Val D’Agri e di Corleto Perticara. Una terra ricca di boschi e di uno straordinario patrimonio naturalistico che rappresenta qualcosa di più di un semplice valore aggiunto. Cosa si pretende da questa regione? Che sia la pattumiera d’Italia? Assurdo, semplicemente assurdo e anzi inconcepibile. 

Sorprende non poco il disappunto di Stefano Mensurati, conduttore della trasmissione Tra poco in edicola su Radio Uno Rai, che condanna il No di alcune regioni motivato da ragioni ben precise.   

In materia di nucleare c’è intanto da riaprire il lungo capitolo della Trisaia di Rotondella, finito nelle pagine di un bellissimo volume edito da Einaudi Il costo della Menzogna di Mario Silvestri in cui è scritta la storia del trasporto del combustibile nucleare esausto dalla centrale di Elk River nel Minnesota a Taranto e poi a Rotondella e ritorno. Lo scopo? Riattivare il combustibile di quella centrale con un trasporto pericolosissimo, in modo da conservare un buon rapporto di sudditanza (starei per dire di servilismo) con gli USA. 

Ora si apre una parentesi nuova con la pubblicazione della mappa dei siti. Un capitolo non meno problematico e forse rischioso. Ma si tratta di capire bene e di seguire da vicino tutto l’iter di questa materia che aveva messo a soqquadro la Basilicata e le regioni vicine in quel lontano novembre del 2003 per nulla dimenticato.    


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