venerdì 14 gennaio 2022

IL PARCO DEL CILENTO VERSO NUOVI TRAGUARDI



 

                                  

            
I Monti Alburni nel Parco nazionale del Cilento 

                                      (foto R. De Rosa - Riproduzione riservata)


Molto prende il via dai Parchi, a cominciare dal rispetto della biodiversità e dalla possibilità di adottare nuovi  modelli energetici, quale punto di partenza per quella rivoluzione da portare in porto in tempi strettissimi. Senza indugi, pena un tracollo inarrestabile.

Il Parco nazionale del Cilento, unico forse per storia, archeologia, paesaggi tra mare e monti, tradizioni e costumi sta applicando semplici criteri per dotare i centri abitati di energia pulita, quella rinnovabile. Un passo importante verso cambiamenti epocali.

 Il Presidente del Cilento e Diano, Tommaso Pellegrino, è interessato a proseguire in questa azione tesa a valorizzare la sostanza del Parco nazionale, un vero banco di prova e un esempio virtuoso a tutti gli effetti. La gestione di un’area protetta di questa portata non è cosa di poco conto, anzi è l’anima del suo presente e del suo futuro, specie poi se si considera l’area protetta come un elemento di forte richiamo nei confronti di altri parchi, dal Pollino al Vesuvio nel cuore del Sud. Il capitolo energia in primo piano.

“Cominciamo con una ventina di comuni con una serie di interventi di efficientamento energetico per contrastare i cambiamenti climatici, verso un territorio capace di rappresentare un modello nell’uso delle energie innovative, le definirei. Scuole, comuni, caserme da alimentare con energia verde, ecco il nostro piano con ricadute sulla vita di ogni giorno. Ridurre le emissioni di CO2 non è poca cosa.”


Il Parco nazionale del Cilento ha indubbiamente una marcia in più sia sotto il profilo storico e culturale che da un punto di vista paesaggistico.


“Il Cilento è l’unico parco in Italia ad avere ben quattro riconoscimenti Unesco, per le sue caratteristiche, la peculiarità dei suoi ambienti, del territorio. Non può passare inosservata la presenza di due prestigiose aree archeologiche, Paestum e Velia, oggi opportunamente valorizzate e in grado di far registrare un incremento delle presenze di turisti davvero straordinario: nell’ultimo anno sono state raggiunte cifre da record nonostante la pandemia. Questo dimostra l’esigenza di procedere sul terreno della valorizzazione del Parco e del suo bene natura, in tutti i sensi.”


Un Parco capace di far rivivere i tempi dell’antica Lucania, ponendo al centro l’immagine di Parmenide di Elea e della sua scuola che ha lasciato tracce profonde a livello di studi filosofici sul piano internazionale. Basti pensare che di questo filosofo, tutto lucano, si sono occupati anche i francesi, vale per tutti il nome di Leon Robin, tradotto da Einaudi,  il quale si sofferma sulla statura di Parmenide che avrebbe incontrato addirittura Socrate giovanissimo in un viaggio a Atene. 

Oggi ne avrebbero parlato giornali e televisioni, ma ieri, siamo nel 515 a.C., bastò a fare la cronaca dell’evento il poema dal titolo emblematico e quanto mai attuale Intorno alla natura di cui Parmenide è autore. 

Ecco dunque come il Parco del Cilento recupera e valorizza le sue radici con un meticoloso lavoro di ricostruzione della sua fisionomia e delle peculiarità che lo contraddistinguono, alimentando nei visitatori, nelle varie realtà presenti sul territorio, ma soprattutto nei giovani un interesse vero.  

L’anno appena iniziato parte dunque con il piede giusto e la sfida non è da sottovalutare. Tutt’altro. 




     


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