domenica 24 giugno 2018

DOVE SONO I POTENTI DELLA TERRA?


Fino a ieri erano palpabili, fin troppo evidenti, i segni di una partecipazione collettiva di popoli e nazioni alle tragedie del mare che si annunciavano con centinaia di morti per il naufragio di carrette, gommoni e altri mezzi di fortuna stracolmi di disperati. Oggi abbiamo perso anche l’abitudine a riflettere su eventi del genere, mentre la contabilità dei morti, dei dispersi si fa sempre più confusa e i numeri in ogni caso ci ricordano, con fredda determinazione, che si tratta di migliaia di vite umane affogate nel “mare nostrum.” 
Navi davanti alle coste chiedono inutilmente soccorso, mentre un vergognoso rimbalzo di responsabilità con gelido cinismo disegna i contorni della tragedia che scandisce il nostro tempo. 
L’Europa, e non solo l’Europa, affoga anch’essa nella totale incapacità di dare risposte al dramma dei drammi: un esodo interminabile di uomini, donne, bambini documenta l’incapacità di affrontare una emergenza sociale e umanitaria senza precedenti. Dov’è il resto del mondo, dove sono i potenti della terra? Dove sono gli alleati di sempre pronti a sborsare miliardi per gli armamenti senza badare al disastro dell’Africa dimenticata e anzi volutamente ignorata? Dove sono gli Usa di Trump? Si parla di un piano Marshall, ma non siamo ancora nemmeno alla proposta. Soltanto alle idee e ai buoni propositi.
Le parole e le rassicurazioni si susseguono, in occasione dei naufragi di questi giorni, secondo il rituale della inutilità e dell’impotenza di fronte a un fenomeno che la storia dei secoli scorsi non era riuscita a prevedere. In questo amaro frangente l’Europa è diventata piccola, piccola. Forse addirittura invisibile. Ma anche gli altri non ci sono.

   

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