giovedì 22 marzo 2018

PITTELLA, NO AL CIMITERO DI SCORIE IN BASILICATA


                      
CENTOMILA IN CORTEO A SCANZANO CONTRO LE  SCORIE


13 - 27 novembre 2003. Migliaia  di persone si riversarono lungo la costa jonica lucana in territorio di Scanzano per opporsi al progetto di realizzare a Terzo Cavone il deposito nazionale di scorie radioattive. Avrebbe dovuto raccogliere materiale nucleare proveniente dalle centrali dismesse e dai centri di ricerca, sparsi in tutta Italia. 
La notizia della decisone del governo fece subito il giro del mondo e con una tempestività inaudita ambientalisti, forze politiche, semplici cittadini, studenti di tutte le scuole si mobilitarono per manifestare la loro volontà di opporsi al progetto che avrebbe trasformato la Basilicata in una pattumiera.  Frattanto risuonavano ovunque le parole, pronunciate a bassa voce dal sindaco di Scanzano Mario Altieri, che disse: saremo il paese più ricco del mondo. Un’ondata di disappunto e di proteste.
Quando a Palazzo Chigi il governo si pronunciò, accogliendo il dissenso dei lucani, tutti tirarono un sospiro di sollievo, ma tutti sapevano che l’ipotesi Scanzano non era e non sarebbe stata accantonata. Nuclei di vigilanza furono predisposti a Terzo Cavone notte e giorno per evitare colpi di mano.
Oggi il problema riaffiora. Le agenzie battono la notizia di una imminente pubblicazione dei siti utili ai fini della ubicazione del deposito, notizia data dal ministro Calenda, che non ha mancato di infiammare gli animi.
Giunge intanto una ferma presa di posizione da parte del Governatore lucano Marcello Pittella: “netta e non negoziabile contrarietà della Regione qualora dovesse essere la Basilicata individuata tra i possibili siti, come già avvenuto in passato.” E ancora: “Mi rivolgo a chi ha vinto le elezioni e sarà chiamato a governare il Paese, affinchè prenda atto della assoluta indisponibilità della terra lucana a essere sito nazionale di deposito delle scorie.”
Scanzano aprì una parentesi inedita nel cammino della Basilicata. La coralità, l’impegno civile di tutte le istituzioni, il messaggio al Paese dei lucani di ogni “ordine e grado” servirono a dar prova di compattezza e di assoluta coscienza che i media ripresero e rilanciarono in Italia e all’estero.
La trasmissione di Rai Tre Ambiente Italia fu in prima linea nella difficile e complessa opera di divulgazione dei mille eventi che si susseguirono nei giorni di Scanzano a ritmo vorticoso, mentre si attendeva un pronunciamento definitivo, che ancora non c’è stato, contro la minaccia della pattumiera nucleare in Basilicata.  Un rischio da non correre.     

  

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