sabato 12 marzo 2016

ANIELLO ALOIA COORDINATORE DEI GEOPARCHI UNESCO


                          
       Parco nazionale del Cilento. I monti Alburni (Foto R. De Rosa) 

La scienza entra nei Parchi. Non è cosa da poco. Tutt'altro. Anzi consolida la sua presenza e il suo ruolo di elemento dinamico e di forza propulsiva. 
 Aniello Aloia, geologo e studioso dei problemi delle aree protette, è stato riconfermato nell'incarico di coordinatore dei geoparchi, a livello nazionale. Per giunta patrimonio dell'Unesco.
Aloia è  un ricercatore di ottimo livello e fa parte del gruppo di esperti del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Autore di diverse pubblicazioni e di studi apprezzati in ambienti  scientifici, tra i quali spicca quello dedicato al monte Gelbison (Novi Velia) e alla sua storia millenaria. Pubblicazione che costituisce uno spunto di rilievo per fare del Cilento un'area da conoscere e approfondire, sotto tutti i punti di vista. Quindi maggiormente sotto il profilo geologico; il che sta a significare il grande "lavoro" della natura per conferire a sè stessa quella valenza degna di studi e di indagini offerte all'interesse di un turismo di alto livello. 
Sono diversi i geoparchi in Italia. Tra questi anche il Pollino, il Parco nazionale legato alla storia del Sud, sin dagli albori del 1800, in epoca francese.
La conferma di Aniello Aloia e il suo rapporto con l'Unesco, mediato dal Ministero dell'Ambiente, vanno considerati dunque un punto fermo per la valenza che le aree protette hanno in una dimensione non solo turistico ricreativa, quanto prettamente conoscitiva. Autentici laboratori di studio, i parchi mettono insieme quella funzione di salvaguardia con un patrimonio di grande significato naturalistico, oggetto di analisi e valutazioni da parte di esperti. 
Le rocce del monte Gelbison, tra l'altro meta di pellegrinaggi per la presenza del Santuario Mariano, la natura stessa del Sirino, in avvenire, ma giá ora  del Pollino tra Calabria e Basilicata, costituiscono altrettanti spunti per evitare che i parchi siano pure e semplici aree recintate. Zone di protezione esclusiva. 
I geoparchi, per la loro stessa capacitá  di essere oggetto di studi, dimostrano che la natura è di per sè sviluppo. Non c'è bisogno di cercare il petrolio nei giacimenti in terraferma o in mare per garantire posti di lavoro. I parchi sono occupazione ed economia, a patto che essi siano intesi in questo modo non solo dalle popolazioni, ma dal Governo e dalle regioni. 
Del resto lo dimostra l'esperienza dell'Adamello Brenta che da anni ormai persegue questo modello di presenza sul territorio nazionale, facendo conoscere i suoi prodotti e proponendosi alla gente come meta per un soggiorno corrispondente alle esigenze del corpo e della mente.

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