sabato 18 ottobre 2025

A OTTAVIANO TISCI INDICA TUTELA E SVILUPPO PER L'APPENNINO LUCANO




                           

                           Pascoli a Sasso di Castalda



“Abbiamo nominato i pastori custodi della biodiversità”. Espressione efficacissima  per indicare il progetto di salvaguardia ambientale dell’Appennino lucano Val d’Agri  lagonegrese, in linea con le esigenze di crescita del territorio e delle popolazioni dell’area.

Lo afferma il Presidente del Parco nazionale, Antonio Tisci, intervenendo a Ottaviano in occasione di Festambiente, l’iniziativa di Legambiente  volta a tracciare le scelte per le aree protette, non solo del Sud.

Mettere insieme salvaguardia e sviluppo compatibile, dunque, si può. E’ questa in fondo la strategia vincente per affermare la presenza dei parchi sul territorio, sottolineare la validità degli elementi di conservazione alla pari degli sforzi per difendere la natura dal degrado, dalla piaga degli incendi e da forme subdole di un utilizzo improprio. In effetti un Parco non è destinato a essere soltanto una zona recintata, con mille vincoli e altrettante limitazioni ad ogni forma di attività. Sarebbe la fine.

Sicchè l’immagine del pastore che diventa custode della biodiversità è addirittura insotituibiie sotto ogni profilo.

L’esperienza insegna che molte realtà protette, a cominciare dal Pollino, avevano un elevato gradimento della gente prima ancora che esistesse il Parco: contadini, allevatori, artigiani, hanno costruito la loro presenza mettendo insieme, appunto, il rispetto per l’ambiente e l’economia da valorizzare. Risultato, evitare lo spopolamento. 

Sono questi i temi di spicco della festa di Legambiente in cui emerge un profilo di tutto riguardo del Parco nazionale dell’Appennino lucano, ora impegnato in una sfida non da poco. Una sfida da seguire da vicino e assecondare poiché da questo dipende il futuro dell’Appennino. Non esistono altre ipotesi. 

mercoledì 15 ottobre 2025

MONTICCHIO, SI PARTE



                   

                                    Il VULTURE
   

                                  

Sarà un primo passo, tuttavia assai rilevante. L’inaugurazione del centro visite a Monticchio bagni, presenti il Sen. Gianni Rosa e numerosi esponenti della vita pubblica, apre la stagione del rinnovamento di tutta l’importante realtà, ridotta a una baraccopoli con il rischio del non ritorno. Anzi del peggioramento progressivo e inesorabile.

Ciò accade dopo lunghi e interminabili anni di contrasti, di dibattiti spesso inconcludenti, di estenuanti confronti sotto gli occhi sbalorditi di chi ha sempre ravvisato nel Vulture, e nell’area di Monticchio, un elemento di sicura valenza naturalistica, storica e paesaggistica dotata di caratteristiche addirittura ineguagliabili, anche sul treno della produttività di beni di pregio, vino, olio anzitutto.

Dal canto suo la Presidente del Parco naturale, Francesca Di Lucchio, si è sforzata in questi anni di far prevalere quantomeno delle logiche commisurate agli obiettivi di valorizzazione delle maggiori peculiarità: le aree circostanti i laghi, la foresta, la biodiversità. 

Sul piano delle cose concrete il senso del Parco è quello del voltare pagina, rinnovando la “vetrina” e presentandola come un unicum, quale realmente è senza sforzi eccessivi nè manomissioni della realtà.

Fondamentale a questo punto il ruolo dei sindaci, ciascuno impegnato secondo precise esigenze e legittime argomentazioni. Nulla da eccepire, soprattutto alla luce dell’investimento, del tutto ragguardevole, dei venti milioni del PNRR, assegnati a Rionero alla base del progetto curato da Antonio Maroscia con la solita meticolosità e attenzione ai dettagli.   

Monticchio è un importante banco di prova, ragiona Maroscia. Come si fa a dargli torto?

L’idea stessa della “zattera dei monaci” per solcare le acque del Lago Piccolo e viverlo, mi sembra del tutto innovativa. 

Sicchè per Monticchio, e l’intero complesso del Vulture, il futuro è a due passi, anzi può dirsi già abbondantemente iniziato: molti segnali lo confermano autorevolmente. Si tratta di coglierli e metterli a frutto.      


mercoledì 1 ottobre 2025

DEDICATO ALLE FAMIGLIE DEI PILOTI CADUTI



                           

                 Simone Mettini e Lorenzo Nucheli, i due piloti morti sul Circeo



Non una parola sul dolore delle famiglie, sul modo con cui è stata comunicata la tragica scomparsa dei due congiunti, poco dopo le 11 di questo mattino d’inizio ottobre, quando personale dell’Aeronautica si è recato nelle rispettive abitazioni per adempiere a un compito che nessuno vorrebbe assumersi.

Dispiace molto, davvero molto. 

Le famiglie sono il cuore pulsante delle rispettive carriere, l’emblema dei sacrifici, delle difficoltà incontrate e superate perché i due, il colonnello Simone Mettini e il giovanissimo allievo Lorenzo Nucheli e con loro tanti altri uomini e donne, potessero guardare al loro domani, costruirlo giorno dopo giorno vivendo rischi e pericoli insiti nella professione.

Il dolore delle famiglie, immenso e indescrivibile, va in ogni caso messo in evidenza come il prodotto di un sacrificio offerto alla patria, alla sicurezza dei cittadini tutti. 

Intanto massimo riserbo sugli accertamenti appena iniziati. Il velivolo era un piccolo aereo a elica destinato alle esercitazioni. Non si sa nemmeno se il radar di Roma abbia avuto il tempo per rilevare l’entità del disastro che si stava consumando. 

Dettagli comunque irrilevanti, a questo punto. Conta molto di più rivolgere l’attenzione ai familiari che non trovano e non troveranno pace. Il volto del colonnello è quello di un ufficiale impegnatissimo a svolgere le sue mansioni, la fisionomia del giovane allievo trasmette il senso di una fiducia nel futuro e nella vita che purtroppo gli è stata negata.

Peccato. Che il Signore li accolga nella sua luce. Questo ci conforta.  


giovedì 25 settembre 2025

POLICURA HOSPITAL, LA NUOVA STRUTTURA








Prende il via a Potenza una nuova struttura ospedaliera, questa volta a carattere privato: Policura hospital, un nome, un progetto con alla base delle idee portanti. Una anzitutto. Migliorare sensibilmente l’offerta sanitaria, ridurre le liste di attesa e porre al tempo stesso il concetto di cura e salvaguardia della salute ad un livello forse fino ad oggi non ancora raggiunto. 

A dirigerla un nome a garanzia della professionalità e della serietà personale, quello di Rocco Maglietta, professionista noto e apprezzato non solo in ambienti locali. 

La prospettiva è ambiziosa. Certo, ma appare sin da ora in grado di alimentare le giuste attese dei pazienti forse troppo spesso non del tutto ascoltate o, quantomeno, affidate in passato all’ipotesi di un possibile viaggio della speranza nelle capitali della ricerca. Milano, Bologna o altro ancora. Temi al centro dell’intervento del Presidente della Regione, Vito Bardi, nel corso della cerimonia inaugurale.

Sicchè, indipendentemente da qualunque previsione, è indiscutibile  la capacità di contribuire a superare il vecchio divario, purtroppo sempre esistito, tra il centro e la periferia della scienza, una specie di maledetta cenerentola che ha perseguitato per decenni questa terra del Sud facendola sentire con le ali mozzate e non in grado di spiccare il volo. Oggi per fortuna le cose stanno cambiando, eccome. 

Questi tentativi vanno quindi assecondati, indipendentemente da logiche di competizione o di mercato. Il pubblico ha, dal canto suo, non poche possibilità di misurarsi al meglio nei vari tentativi di crescita mentre il privato dovrà rappresentare un sicuro riferimento per le scelte non solo individuali ma collettive.  Le premesse ci sono tutte, non manca nulla o quasi nulla.  



  

giovedì 18 settembre 2025

IL SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA


                             


                                  


Il 19 settembre è il giorno dedicato al Sollievo della Sofferenza, fisica, morale, di qualunque genere.

Una mano tesa all’umanità che si piega sotto il peso del dolore, quasi in coincidenza con la data del trapasso di Padre Pio , il 23 settembre. 

Il momento attuale è stracolmo di terrore, di paura e di lacrime soprattutto: un invito a capire ciò che si cela dietro a questi gemiti, dietro alle invocazioni di aiuto rimaste spesso senza esito come accade nella terribile condizione del popolo palestinese, perseguitato fino all’incredibile.

La giornata della Sofferenza non vuole essere semplicemente un ricordo, quanto un giorno di riflessione e di preghiera nella speranza di avere la forza per non rimanere schiacciati, tutti, dal dramma umano.

L’immagine di San Pio che si sofferma per dare conforto ad un paziente ci riempie di una gioia infinita, quanto di fiducia e di serenità. Rivela quella solidarietà sovrumana di cui forse ciascuno di noi non è capace, ma che rappresenta una meta e un traguardo da raggiungere.

L’Ospedale, la sua creatura, è la prima risposta al bisogno di sollievo per placare ogni genere di male, almeno nel tentativo di riuscirci.

Casa Sollievo rimane un altissimo presidio, consacrato dal Padre in uno dei momenti più belli e autentici della sua vita di umile sacerdote e di santo dei nostri giorni. 

sabato 13 settembre 2025

QUEI NOVE COLPI A DISTANZA RAVVICINATA




                       

                                La scena del delitto  



La scena del delitto, che 15 anni fa segnò la fine di Angelo Vassallo il “sindaco pescatore” di Pollica nel Cilento, si racconta da sola.

L’autovettura di Angelo bloccata sulla sinistra della strada buia quella maledetta sera del 5 settembre 2010, con il corpo riverso sul posto di guida e il piede sinistro ancora sulla frizione, sono elementi inconfutabili nei quali è praticamente scritta la storia del feroce delitto, messo a segno con un accanimento senza limiti, provocato dalla determinazione  del sindaco di sbarrare il passo alla criminalità edilizia e allo spaccio di droga.

Fa inorridire anche semplicemente il sospetto che due servitori dello Stato, due carabinieri,  abbiano potuto imboccare strade diverse, opposte, rispetto alla tutela della legalità e al sacrosanto principio della difesa di certi valori. Purtroppo non sembra trattarsi soltanto di sospetti, il che inquieta e fa male alla dignità della persone oneste. Non è retorica, per carità. E’ una terribile constatazione.

C’è da riflettere, inoltre, sui 9 colpi i cui bossoli trovati sull’asfalto equivarrebbero a quelli rinvenuti sul posto del delitto e sarebbero appartenuti alla pistola, una 6x21di proprietà di una signora. Altro non è il caso di aggiungere.  

9 colpi esplosi da meno di cinquanta centimetri, tutti mirati verso parti vitali, uno dopo l’altro, l’intero caricatore per avere le certezza della fine di Angelo Vassallo. Poi l’inspiegabile silenzio, la lunga attesa prima dell’inizio dei rilievi con i curiosi sul posto, liberi di avvicinarsi all’auto e anche al cadavere. Non un segnale di protezione dell’area del crimine, uno sbarramento. Tutto affidato al via vai dei presenti. Incredibile!

Ma chi erano i presenti, i “curiosi”, quale il loro ruolo per tutta la durata del tempo prima che giungessero gli uomini della scientifica e avviassero i rilievi?

 Un terribile interrogativo al quale in giudizio dovrà essere data una risposta, precisa, esauriente. Non vaga. Lo chiedono con insistenza da 15 anni i familiari ma non solo.

Frattanto Angela, la vedova, si è dimessa ad aprile dal circolo velico, fondato dal marito. Il motivo? Un componente del direttivo risulta indagato dalla DDA di Salerno in ordine all’omicidio del sindaco. Un potenziale nemico tra le “mura” di casa.


giovedì 11 settembre 2025

DOPO 15 ANNI IL PROCESSO PER L’OMICIDIO VASSALLO






                                 




Sono trascorsi infatti più di 15 anni da quella sera del 5 settembre 2010 quando Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica nel Cilento fu ucciso con 9 colpi di pistola mentre rientrava a casa, ad Acciaroli. Quell’omicidio, ancora senza colpevoli, ha assunto frattanto un respiro nazionale e rappresenta certo un caso fin troppo eloquente.

L’uccisione di Vassallo era il prezzo per il risanamento dell’area, diventata una piazza di spaccio mentre la zona rappresentava un miraggio per un cumulo di interessi milionari legati allo sfruttamento dell’ambiente. Angelo cercava di contrastare queste tendenze per favorire un ambiente “pulito”. Così pagò con la vita, quella terribile sera dopo le 21, quando ad attenderlo era il suo assassino poco distante da casa con un coraggio e una freddezza inauditi. 

9 colpi e poi un lungo, interminabile abbandono con persone incuriosite dall’evento che si recavano sul posto, mentre il corpo esanime, la testa piegata sulla spalla destra, rimase lì per ore. Inspiegabilmente. 

Così ebbero inizio i rilievi in uno scenario già evidentemente compromesso da mille silenzi e da una palese ritrosia a fare presto, a non perdere tempo prezioso, che purtroppo ha finito per pesare sull’esito degli accertamenti, senza escludere le possibili ripercussioni sul risultato finale. 

A novembre 2024 ci sono stati 4 arresti, tra i quali quello di un colonnello dei Carabinieri  e di un ex brigadiere dell’Arma. 

Nel tempo evidenti depistaggi, sotterfugi, verità camuffate, silenzi inspiegabili,  finanche la storia di una pistola 6 x 21 con matricola abrasa, a quanto pare appartenuta a una signora, simile a quella di un ex generale dei CC, di cui non si comprende il nesso con la vicenda Vassallo, nonostante i bossoli  sembrano coincidere con quelli rinvenuti sulla scena del crimine. Peraltro molti aspetti della vicenda sono ancora coperti da segreto istruttorio.

Tuttavia la Procura di Salerno ritiene di essere in possesso di consistenti elementi di prova, ed è questo, per i familiari di Angelo e l’opinione pubblica, l’unico elemento che lascia sperare per una positiva soluzione del caso più emblematico ( o tra i più emblematici) di giustizia finora assolutamente mancata nel bel Paese, dopo 15 anni dall’omicidio.