venerdì 18 ottobre 2024

PARITA' DI GENERE, MA NON SOLO





“Dobbiamo batterci per la parità salariale tra uomini e donne”. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non esita a soffermarsi con il solito vigore su questo che è un tema rilevante, uno degli argomenti cardine di cui si discute a vari livelli, oggi più che in passato.

Il G7 di Matera si è da poco concluso e ora si cerca di capire quale potrà essere l’esito delle giornate materane, importanti a livello internazionale. Un riflettore acceso su questioni che toccano da vicino la nostra società e pongono problemi essenziali.

A commentare l’evento di Matera è Ivana Pipponzi, Consigliera di parità per la Basilicata, particolarmente impegnata a trasferire nel quotidiano gli esiti di un dibattito con molti spunti nella società civile, ma non sempre capace di tradursi in fatti e risultati concreti.

“Un onore per la Basilicata avere avuto un evento di caratura internazionale con interlocutori di diversi paesi. Non è poco, tre giorni molto intensi che aprono scenari importanti. Da precisare che si è trattato anche di proposte provenienti da un’apposita organizzazione femminile, quindi con molta aderenza alla realtà del nostro tempo.”


Non solo un dibattito teorico, ma anche per l’esattezza un momento di confronto pratico sulle scelte da compiere nel medio lungo periodo. Può essere così riassunto l’esito del G7 di Matera?


“Il nostro ruolo, stando a quanto è emerso, risulta chiaramente indirizzato verso una parità non semplicemente teorica. Cosa fare? Oltre a questa promozione noi ci battiamo per la parità  in ambito lavorativo, un istituto molto importante previsto dalla legge e inserito tra gli obiettivi del PNRR. Si tratta, tra l’altro, di puntare a una certificazione delle aziende: era previsto un traguardo di mille aziende in Italia, ne abbiamo certificate già intorno a cinquemila. 

In Basilicata le aziende dotate di questa certificazione sono per ora una cinquantina. Come si giunge alla certificazione?Vengono attuati processi di accertamento delle singole situazioni che debbono rispondere a determinati requisiti legati alla reale condizione femminile sui posti di lavoro. Un iter complesso di valutazione con ricadute in termine di credibilità, non solo di facciata ma in concreto. 

Le società che si fanno certificare hanno anche dei vantaggi, sia sul piano della credibilità, sia in termini di accesso a determinati bandi pubblici.”


Una innovazione equivalente a  un vero banco di prova, in definitiva.


“Se guardiamo a paesi europei come Danimarca, Norvegia, Francia e altre realtà del Nord Europa, ci rendiamo conto che si tratta di processi innovativi al massimo con ripercussioni positive sul sociale. 

In Basilicata le aziende certificate sono medio grandi. Il nostro scopo è  di riuscire a  coinvolgere anche le aziende più piccole in maniera abbastanza consistente. Ci stiamo impegnando su questo terreno e siamo francamente abbastanza ottimisti. Per giunta UnionCamere pubblicherà a breve un bando, con una dotazione finanziaria di circa tre milioni di euro per favorire un processo del genere. 

La certificazione impone degli obblighi, è vero, ma prevede anche dei vantaggi e corrisponde oltretutto a una fase di modernizzazione del tessuto produttivo, in maniera capillare.”       

 


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