mercoledì 29 maggio 2013
GIOVANE LUCANO UCCISO IN GERMANIA, A STENTO SE NE PARLA
Un giovane ingegnere di Potenza, ucciso in Germania da un ubriaco, non fa notizia per i tg nazionali e per la grande stampa on line, tant'è che a distanza di diverse ore non esisteva traccia sui vari notiziari. Il giovane, Domenico Lorusso poco più di trent'anni, è stato accoltellato a Monaco nella serata del 28 maggio, mentre era in compagnia della fidanzata. Originario di Potenza si trovava in Germania per ragioni di lavoro.
Questa mattina la notizia è stata diffusa dagli amici di Domenico a Potenza e solo nel primo pomeriggio è stata battuta dalle agenzie, dopo i necessari controlli.
La Basilicata non è solo la regione Cenerentola nello sviluppo, ma nell'informazione che stenta ad arrivare all'opinione pubblica, anche in casi drammatici come questo, con la necessaria celeritá.
domenica 26 maggio 2013
IL PENSIERO DI PADRE PIO A TOLVE
Questa sera presentazione del mio libro IL PENSIERO DI PADRE PIO, Rubbettino editore, a Tolve, in provincia di Potenza.
Appuntamento alle 19 nella sala messa a disposizione dal Sindaco in Piazza San Rocco.
Ho il piacere di invitare tutti a questo evento.
sabato 25 maggio 2013
ACQUA E AGRICOLTURA: LA CIA BASILICATA LEADER NEL PROGETTO ITALIANO
24 miliardi di metri cubi l'anno di acqua. È il fabbisogno idrico dell'agricoltura in Italia, in crescita di anno in anno di pari passo con lo sviluppo delle attivitá del settore primario.
Il 60 per cento della disponibilitá totale di acqua è utilizzato dal mondo rurale, mentre alle porte dell'estate ci si interroga sui problemi connessi alla distribuzione, spesso inadeguata e fatiscente, sui costi e sulle scelte in un ambito quantomeno nazionale e sulla programmazione degli interventi su vasta scala.
Il problema acqua rientra in un quadro di contatti e trattative, a livello internazionale, in vista di importanti appuntamenti in cui la CIA Basilicata svolge un ruolo leader per far decollare questo settore della vita produttiva, con riflessi sull'ambiente, sullo sviluppo e sull'occupazione. Promuovere e razionalizzare, ecco le parole d'ordine.
Donato Di Stefano, responsabile deIl'organizzazione lucana, fa riferimento al recente convegno, che si è svolto in Sardegna, e lo considera un punto qualificante per il dibattito a livello italiano ed europeo.
Duecento mila le aziende agricole irrigue censite in Italia e due milioni gli ettari effettivamente irrigati, con un indotto di tutto rilievo. Un mondo che lavora e produce. La sola Basilicata necessita di circa 500 milioni di metri cubi l'anno, molti dei quali nel Metapontino.
L'acqua per l'agricoltura rappresenta un vero banco di prova: non a caso, superando l'ambito nazionale, si va verso la conferenza di Zagabria, in programma a metà giugno e giá da tempo oggetto di valutazione.
L'acqua è simbolo di agricoltura competitiva, di innovazione e tecnologia secondo le linee indicate dall'Europa che bada molto alla qualitá della risorsa, in un situazione globale non proprio tranquilla in cui il risparmio di questo bene è da considerarsi un priorità da rispettare in ogni caso ed in maniera decisamente rigorosa.
giovedì 23 maggio 2013
LE NAVI DELLA LEGALITÁ
Fiumi di giovani a Palermo, imbarcati sulle navi, per dare senso alla legalitá, a ventuno anni dalla strage di Capaci che costò la vita a Giovanni Falcone e alla sua scorta.
Ventuno anni, non un giorno, sono trascorsi da quel terribile evento, mentre nuovi arresti sono stati disposti dalla Procura di Caltanissetta in relazione all'attentato.
Di mafie si continua a parlare, mentre un'opera di totale bonifica appare quanto mai difficile e disperata. Anche Letta riconosce con rammarico che la mafia esiste ed è viva quanto mai. Si sente dire, tra l'altro, che in Italia la 'ndrangheta ha radici ormai consolidate ed è in forte crescita, con diramazioni all'estero: vi aderiscono migliaia di persone, tra giovani, operai, casalinghe e professionisti ai vari livelli. I pentiti, a fronte di questo dato, sono meno di cento e rosultano totalmente isolati, anzitutto dalle loro famiglie.
L'analisi di un magistrato, esperto di questo settore, a Prima di tutto (la trasmissione di Radio Uno Rai) è praticamente caduta nel nulla. Eppure è raccapricciante sentire dati e cifre, come se si discutesse di posti di lavoro, di economia e di sviluppo. Di cose alla luce del sole che fanno parte del vivere quotidiano.
La parola legalità rischia di diventare il richiamo a un rituale da contrapporre agli scenari di mafia e di malcostume.
I giovani sono in prima linea. Ma cosa c'è alle loro spalle, cosa si nasconde dietro le quinte di un potere che non riusciremo mai a conoscere. Ad approfondire. A mettere realmente a fuoco? Qual è la fisionomia di una societá che scopre di avere al suo interno un tessuto occulto di diffusa illegalitá e si limita alle celebrazioni, per avere la coscienza a posto?
Certo, la manifestazione di Palermo riesce ogni anno a riproporre temi scottanti. Fa capire che le mafie non si sconfiggono soltanto con le celebrazioni. Occorre un generale rinnovamento, una rivoluzione dall'interno, un'opera di pulizia non facili da realizzare e da mettere a punto giorno per giorno. Momento per momento.
Non bastano gli slogan, e forse non basta nemmeno la politica per sbarrare la strada alla illegalità diffusa e strisciante. Di questo bisogna rendersi conto nel Paese delle grandi promesse e dei buoni propositi, che spesso non servono a nulla.
domenica 19 maggio 2013
DICHIO: UN MAGGIO A MISURA DI AMBIENTE
C'è un ritorno al
passato in questa edizione 2013 del maggio potentino. Come se si
avvertisse oggi un forte bisogno di identificarsi con la città del
verde, la città a misura d'uomo, oltraggiata dal cemento che incalza
e spesso non lascia traccia dei tempi andati, in cui anche una
quercia, un albero, un prato fiorito erano prerogativa indiscussa
dell'antica “Romanorum Potentia” (la Potenza dei romani) come era scritto sulle porte
del centro storico a voler significare che quella Potenza andava
difesa e tutelata in tutto e per tutto. E, se necessario, fatta
conoscere e rilanciata.
Una terra suggestiva
con una folta macchia, oggi praticamente scomparsa, a nord della
città. Querce ed altre essenze rappresentavano il fiore
all'occhiello di una montagna bella e affascinante. Che guardava i
monti circostanti, disposti a corona a protezione della realtà
urbana nota per il suo territorio e le sue pregiate acque. Ottimo
soggiorno per chi voleva sottrarsi alla calura del tavoliere delle
puglie, del tarantino o di altri centri assediati da temperature
insopportabili, soprattutto nei mesi estivi.
Memoria da non
distruggere, indubbiamente. Di questo il maggio potentino sembra
essere testimonianza: quasi la volontà di riscoprire il passato, con
un bel senso di colpa per il presente destinato a rimanere quel che è
e a non poter essere modificato, se non con una improbabile bacchetta
magica.
Largo Pignatari,
accanto al Museo Archeologico, anche quello testimonianza eloquente
del passato, ha ospitato una mega rassegna di piante e fiori
organizzata dall'azienda Dichio di Matera, leader nel campo
florovivaistico, in grado di riassumere natura e ambiente della
Basilicata. Bellissimo, inutile dire, il colpo d'occhio con tanti
visitatori attratti da quella stupenda immagine: il verde che
s'insinua tra i palazzi sembra restituire alla città un nuovo
umanesimo. Una dimensione efficace della vita, proprio là dove il
sabato notte le bottiglie di birra diventano montagne di vetro, una
volta consumate dai giovani nei locali del centro.
Dichio ha voluto
offrire alla città l'entusiasmo per la cultura dell'ambiente capace
di fare piazza pulita di quella espansione a dismisura delle case.
Un monito per
Potenza del terzo millennio? Indubbiamente si. Un monito efficace che
richiama ciascuno alle proprie responsabilità per una città
cresciuta male dal dopoguerra ad oggi, nonostante gli sforzi di
urbanisti e tecnici che si sono cimentati nel tentativo di restituire
alla “capitale” della Basilicata il suo vero volto.
mercoledì 15 maggio 2013
L'AGENDA ROSSA DI BORSELLINO: MORTO ANDREOTTI SE NE RIPARLA
Solo all'indomani della morte di Giulio Andreotti si parla concretamente dell'agenda rossa di Paolo Borsellino, scomparsa subito dopo l'attentato al giudice. Argomento prima a volte soltanto accennato ma mai approfondito compiutamente e con dovizia di particolari. Cosa da non sottovalutare, evidentemente.
Repubblica on line mette a disposizione del lettore un interessante reportage filmato, una conversazione tra Attilio Bolzoni e Salvo Palazzolo riferita agli ultimi sviluppi delle indagini sulle responsabilità relative alla sottrazione dell'agenda rossa di Borsellino. Sottrazione (e non semplicemente scomparsa) del documento clou in cui sarebbero custoditi elementi determinanti nella trattativa Stato mafia.
A sentire i due giornalisti le indagini sull'argomento cardine, alla base dei misteri italiani, sarebbero a una svolta. Qualcuno è sulle tracce di un uomo responsabile di avere fatto sparire, dalla borsa del magistrato, l'agenda in cui sarebbe custodita la chiave di lettura importantissima ai fini delle indagini riguardanti appunto eventuali rapporti tra lo Stato italiano e le organizzazioni mafiose.
Emergono addirittura particolari di grande rilievo: esistono fotografie che ritraggono un uomo con la pettorina azzurra e il distintivo dell'Arma dei carabinieri con una borsa in mano. Ma, a quanto pare, il militare risulterebbe estraneo alla sottrazione dell'agenda. Almeno sulla base dei primi accertamenti. Altra persona, invece, sarebbe responsabile di aver fatto scomparire l'agenda rossa del giudice Borsellino sulla quale erano annotati elementi giá acquisiti, e non solo ipotesi di lavoro, ai fini delle indagini sul rapporto tra lo Stato e le organizzazioni mafiose. Si parla di un uomo dei servizi e il filmato di Repubblica mette in grande evidenza questo particolare.
Ma il punto non è solo questo. Perchè si ritorna a parlare della trattativa soltanto dopo la scomparsa di Giulio Andreotti, l'uomo che ha portato con sè nella tomba i retroscena della vita italiana, la miriade di segreti da non svelare mai? Le foto e tanti altri particolari erano disponibili anche prima della scomparsa di Andreotti. Interrogativo angosciante. Chi ha omesso di indagare a fondo? Chi ha avuto l'ordine di non indagare?
Evidentemente il multi presidente del Consiglio, il politico potentissimo, era e rimane un crocevia delle vicende italiane. Tutte, nessuna esclusa, comprese quelle più compromettenti. Un uomo che ha usato il potere sempre e indistintamente. Dandogli non di rado il significato che altri, per pudore, cercano di tenere celato: quello del libero e assoluto arbitrio. Senza limitazioni di sorta. Senza impedimenti di nessun genere...
giovedì 9 maggio 2013
GIANNI PITTELLA A "PRIMA DI TUTTO": UN PD CHE STIA TRA LA GENTE
Gianni Pittella, Vice presidente del Parlamento Europeo, interviene alla trasmissione di Radio Rai "Prima di tutto" per lanciare un messaggio non solo politico, ma direi sociale: il Pd, sostiene, ha bisogno di acquistare forza e dinamismo e di stare tra la gente. Ecco la svolta, necessaria e inevitabile, al punto in cui il Paese è arrivato con una crisi che si fa lacerante e sempre più minacciosa di giorno in giorno.
L'esponente politico lucano formalizza così la sua candidatura alla guida del Partito Democratico, mentre Speranza e Renzi fanno un passo indietro.
Il tema del dinamismo politico e della necessità di una svolta nel PD appare oggi non solo ineludibile, quanto capace di rappresentare l'unica strada da battere se si vuole uscire da una politica vincolata a vecchi schemi interni di partito, verso significative aperture, in grado di coinvolgere quella che non viene più definita la societá civile, ma che tale tuttavia rimane.
Gianni Pittella fa bene dunque a indicare con determinazione questa necessità di una svolta nei fatti. Per lungo tempo la politica delle attese ha logorato non solo un partito ma la stessa vita civile e produttiva, non ha dato risposte al Paese, nonostante la domanda di interventi urgenti sulla politica e sull'economia fosse quotidiana e pressante.
Oggi Pittella si candida a dirigere il PD con la sua esperienza ultradecennale e il rigore che lo ha sempre caratterizzato. Certo, non si tratta di una scelta facile in un momento complesso della vita nazionale. Questo dovrebbero comprendere i vertici del Partito, al di là di contrapposizioni e di lotte interne che finirebbero per sottrarre forza ed energia a chi sceglie di scendere in campo con un programma ben preciso e con intenti all'altezza della posta in gioco.
lunedì 6 maggio 2013
LA REUMATOLOGIA DEL SAN CARLO: LA BASILICATA NON PIU' PERIFERIA DELLA SCIENZA
Qualche
tempo fa, su un mezzo della Guardia Costiera di Vibo Valentia, un
marittimo calabrese mi parlava di un evento personale che lo aveva
costretto a ricorrere alle cure della Reumatologia del San Carlo di
Potenza, diretta dal dottor Ignazio Olivieri.
Si
notava nelle sue parole la soddisfazione per essere riuscito a
trovare nella struttura lucana un punto di riferimento scientifico in
grado di dare delle risposte che altrove non era riuscito a ottenere.
Non solo. Ma anche per il livello di umanitá con cui l'uomo si
sentiva accolto dai medici e dal personale del reparto: quasi una
conquista, l'interesse per la sua malattia e il piacere di non
sentirsi semplicemente un numero.
Il
convegno dei malati reumatici, che si è svolto in questi giorni a
Potenza nell'Auditorium del San Carlo, ha fornito molti elementi
sull'attività della struttura che rappresenta una importante
rivoluzione nella sanitá, in questa Basilicata di cui si parla
poco e male, in tanti casi. Anche in quelle circostanze capaci di
dare lustro a un terra non insignificante.
Olivieri
definisce la "sua" reumatologia una sfida per realizzare
l'obiettivo di un rapporto diverso con il paziente, un rapporto
costruttivo in cui la medicina finisce per battere il principio del
centro e della periferia della scienza fino a qualche tempo fa
elemento incontrastato, a danno di chi lavora e si impegna a fondo
per ottenere risultati prestigiosi. Quasi una rivincita della piccola
Basilicata nei confronti di altri colossi, spesso impegnati a vivere
di rendita sul loro passato.
I
numeri della Reumatologia del San Carlo parlano da soli: oltre 15
mila prestazioni sono state effettuate nel 2012 ed i ricoveri
provengono per il 56 per cento da altre regioni, finanche dalla
Lombardia. Un risultato fino a ieri imprevisto e imprevedibile. Come
era possibile fare piazza pulita di una storia di insuccessi e di
approssimazioni che rendevano inevitabile quella migrazione sanitaria
verso realtá ben più autorevoli e sicure. Eppure Olivieri è
riuscito nel suo intento. Bisogna dargli atto. Lucano determinato,
uomo di scienza che non crede all'abitudine di chi si lascia guidare
spesso da esperienze personali e per questo fallimentari. Il metodo
del rigore deve prevalere, sostiene.
Ignazio
Olivieri partecipa a convegni internazionali di tutto prestigio, in
cui per fortuna il nome del San Carlo di Potenza è tenuto nella
giusta considerazione. Vien da dire che medici di questa levatura ce
ne vorrebbero tanti. Davvero tanti. Probabilmente riuscirebbero a
cambiare nel tempo il destino di questa terra.
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