La Basilicata esce dal silenzio di sempre ed entra in una dimensione internazionale di tutto rilievo. Il 2019 ha questo significato e rappresenta sotto tutti i punti di vista una sottolineatura del peso di questa terra, piccola ma non insignificante. Tutt’altro.
Non più dunque una periferia sconosciuta ai più ma una realtà che raccoglie intorno a sé un largo interesse politico, anzitutto, e poi scientifico, culturale, storico, naturalistico e religioso.
Due eventi hanno segnato il cammino in questa direzione, all’inizio del nuovo anno. Da un lato la Madonna di Viggiano esposta nella Basilica di san Pietro, in Vaticano, a significare il valore della tradizione religiosa di un intero popolo, dall’altro il concerto di Capodanno di Rai Uno da Matera con punte di ascolto elevatissime: occasione di grande rilievo per far conoscere nel mondo l’universo lucano.
In campo religioso la Basilicata ha un valore altamente riconosciuto, legato a una tradizione tutta imperniata sull’humus della gente, sulle caratteristiche di un popolo, sulla sua capacità di aprirsi al mondo e di partire dall’integrità dell’ambiente per guardare a obiettivi più ambiziosi.
Questi due eventi stanno a testimoniare il proficuo lavoro, l’impegno culturale, il senso dell’essere. In definitiva la fisionomia di un popolo che da Orazio a oggi ha lavorato per emergere. Per non rimanere schiacciato sotto il peso di una marginalità, assurda quanto ingiustificata.
Il 2019 è dunque la nuova frontiera per Matera - Basilicata capitale europea della cultura. Anche in questo caso, bisogna riconoscerlo, c’è alle spalle un lungo lavoro per affermare l’identità di una terra dalle tante potenzialità forse mai messe a frutto finora, in maniera idonea e con lo sguardo rivolto al futuro. Il Capodanno Rai è un salto di qualità consistente. E’ cresciuto l’interesse per Matera e la sua presenza in una dimensione non localistica. E si tende a valorizzare il senso della cultura storico umanistica, accanto alla scienza e al peso del patrimonio architettonico, ambientale. La città dei Sassi è dunque ben altro che Sassi e solo Sassi. Rappresenta una svolta e di questo bisogna dare atto a chi ha guidato la Regione, negli ultimi anni, con ingegno e lungimiranza. Ma anche con il senso del domani da costruire senza indugi mettendo da parte quel vittimismo inconcludente che annulla ogni sforzo.
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