Il Sud dei grandi tesori del passato, ancora oggi in grado di far vivere una stagione della vita immutabile. A prova di secoli.
A San Marco in Lamis, in provincia di Foggia, hanno avuto inizio le operazioni di trasferimento di migliaia di capi di bestiame verso le montagne del Molise e dell’Abruzzo. Un trasloco vero e proprio che ha come meta i pascoli d’alta quota dove i prati sono ricchi di erba e i boschi promettono tanta frescura nei giorni di caldo insopportabile.
D’ora in avanti la transumanza, scandita dal ritmo dei campanacci e dalle voci dei bovari, interesserà anche le altre regioni del Mezzogiorno, Basilicata compresa, con i suoi parchi nazionali che offrono un approdo sicuro per trascorrere l’estate in una visione davvero bucolica del tempo e della storia.
Ma c’è di più. La transumanza oggi non è solo un trasferimento temporaneo di uomini e bestie, ma un dato culturale, antropologico di cui si chiede all’Unesco un riconoscimento a pieno titolo, come bene immateriale.
Occasione irripetibile per un Mezzogiorno parte attiva e dinamica del Paese.
Radiouno Rai ha dedicato a questo evento una trasmissione con tante voci e tanti interlocutori, tutti interessati a perseguire l’obiettivo del riconoscimento da parte dell’Unesco di una tradizione sicuramente radicata nella storia e negli eventi.
Che la Basilicata possa avere un ruolo in questo scenario, fatto di natura e di vita autentica, è non solo auspicabile quanto direi inevitabile e anzi necessario. Altrove la transumanza alimenta un dibattito culturale di alto profilo sul destino delle campagne e sugli allevamenti. Sul paesaggio agrario. Sulle prospettive di un turismo nelle aree protette e nella montagna inteso come bene primario, con ricadute occupazionali e in termini di sviluppo. Non si tratta di poco. Tutt’altro. Sembra quantomeno opportuno che il responsabile dell’Agricoltura, Luca Braia, con i suoi diretti collaboratori, con gli esperti del Dipartimento e con Domenico Romaniello, direttore dell’Alsia, possa avviare una serie di trattative con gli organi centrali del Ministero e le organizzazioni del mondo agricolo con lo scopo di raggiungere un risultato importante con un ruolo ben preciso da attribuire alle zone dove la pastorizia, e quindi la transumanza, continuano a essere attività prevalente.
La transumanza bene immateriale dell’Unesco finirebbe oltretutto per completare il sogno divenuto realtà di Matera - Basilicata 2019.
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