Giornata indimenticabile, questo 17 marzo, che ha portato Papa Francesco tra le folle del Sud per un omaggio e una visita a Padre Pio, il grande del nostro tempo che continua a rappresentare un elemento di forte richiamo non solo per i suoi fedeli.
Prima a
Pietrelcina e poi a San Giovanni Rotondo dove lo hanno atteso migliaia di
persone in un clima di festa per ricordare il messaggio dell’umile Frate e segnalare
al mondo intero il valore della sua testimonianza di fede e di amore.
Una coincidenza
di eventi e di date ha fatto sì che questo giorno fosse davvero particolare. E’
dir poco. Francesco giunge all’indomani del tragico 16 marzo mentre c’è chi
spudoratamente parla della celebrazione dei fasti di quel giorno assai triste per
la storia. Evidentemente il male continua a mietere le sue vittime ancora oggi,
quarant’anni dopo la tragedia di Moro e l’eccidio della sua scorta. Ma si reca
da pellegrino nei luoghi di Padre Pio in un momento in cui il Paese vive con
difficoltà una delicata fase di transizione. L’invito alla pace e il valore del
bene comune traspaiono in maniera evangelica.
“Aiutiamo i
giovani costretti a lasciare la loro terra per cercare lavoro. E proteggiamo
gli anziani” E’ il ruolo della Chiesa in questo terzio millennio in cui satana
si accanisce contro gli uomini per conquistarli. “Pensate che satana esiste o
no?” chiede con insistenza Francesco ai presenti per indurre tutti a una
riflessione.
Ma il suo è
più di un appello. E’ una prova di amore verso i bambini dell’oncologico di Casa
Sollievo della Sofferenza, il vero miracolo compiuto dal nulla da Padre Pio che
non aveva beni, né ricchezze, né amava i lussi e la vita spensierata. Viveva di
un sacrificio inenarrabile con parole umane, lui che spirò invocando Gesù e
Maria la notte del 22 settembre del lontano 1968.
In questi
cento anni dalla sua stigmatizzazione e a mezzo secolo dalla morte del Frate di
Pietrelcina, il Papa ricorda il pensiero e le opere di un santo che ci
appartiene: non certo per mera illusione, per spirito di parte. Ma perché questa
è la realtà documentata dai fatti sui quali, tra l’altro, si sofferma un bel
libro di Stefano Campanella dal titolo emblematico, I tre misteri della morte
di Padre Pio, espressione diretta della sua spiritualità e della sua fede.
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