martedì 29 ottobre 2024

VIGGIANO, NUOVI SCENARI SI APRONO



                           

                            

                                Viggiano - Il santuario sul Sacro Monte (foto De Rosa)                                                          

                     

 

Sono ormai lontani, fin troppo lontani, i tempi in cui le prime trivelle cominciarono a ergersi sul territorio di Viggiano, suscitando curiosità e preoccupazione negli abitanti. Oggi, a distanza di alcuni decenni, tante cose sono cambiate. Anzitutto l’atteggiamento della gente che non protesta più: il petrolio è una componente del territorio e Viggiano finisce per interpretare l’intera Basilicata ma forse buona parte del Mezzogiorno con questa sorta di primato delle estrazioni che concorrono a portare oltre il 10 per cento il contributo alla bolletta energetica nazionale. Non è un dato da sottovalutare, tutt’altro. Le ricadute sull’ambiente non sono poca cosa e impongono costante vigilanza e interventi qualificati.  

Già negli anni scorsi, tuttavia, l’attenzione è andata spostandosi su altri scenari  in grado di polarizzare l’interesse non più soltanto sullo sfruttamento degli idrocarburi, quanto sul prestigio che Viggiano (capitale della fede mariana, insieme a Matera) ha conquistato diventando sicuro polo di attrazione, anche per il paesaggio, per la sua cultura popolare, per la forte carica di adesione umana alla centralità del progetto di candidatura a patrimonio Unesco. 

Il Parco nazionale ha un ruolo da svolgere non solo in termini di difesa del territorio e di valorizzazione delle sue peculiarità, ma anche per affermare una sensibilità culturale nei confronti dell’esistente: le caratteristiche dell’ambiente in primo luogo collegate a occasioni di lavoro e di sviluppo.

Anche sul piano mediatico l’amministrazione retta dal sindaco Amedeo Cicala ha fatto passi notevoli. Lo conferma lo stesso primo cittadino guardando ai risultati conseguiti nell’ultimo decennio.

Ora si apre un confronto su vasta scala con altre realtà, non vi è dubbio. Il che preme nel senso del consolidamento di uno spirito unitario, ben oltre i confini geografici della città lucana. Una tensione morale non da poco domina infatti le popolazioni di altri territori, in Calabria, in Puglia, in Campania. Viggiano rafforza la sua centralità rendendosi protagonista di una serie di sforzi sostenuti da un impegno morale condiviso su vasta scala. Le migliaia di pellegrini, che ogni anno raggiungono il Sacro Monte o la basilica, sono autorevole testimonianza di un presente in grado di polarizzare gli sguardi e di sottolineare il valore delle tradizioni di fede. Il culto mariano ha radici profonde.

Le scadenze intanto si avvicinano per quanto riguarda l’obiettivo del patrimonio Unesco. Il dibattito incalza. C’è da augurarsi che il traguardo possa essere sempre più vicino con un largo concorso, anzitutto sul terreno della cultura, senza escludere il giorno per giorno e la capacità d’intesa con il resto del Sud.  Quanto mai determinante a tutti gli effetti.      



mercoledì 23 ottobre 2024

L'EROSIONE DELLE COSTE, LA BASILICATA ALLA RIBALTA NAZIONALE


Scompaiono le coste





Così accadde per il terremoto del 23 novembre 1980, o per la frana di Senise con un pesante bilancio di vittime. Così accade oggi con l’accentuarsi minaccioso del fenomeno della erosione costiera dell’arco Jonico Metapontino. Del Sud si finisce per parlare soltanto in occasione di disastri e di sciagure. Altrimenti il Mezzogiorno non fa notizia, se non marginalmente, purtroppo.

Paolo Pagliaro, acuto giornalista de la 7, nel Punto di questa sera a conclusione di Otto e mezzo, mostrando alcune immagini drammatiche della costa ionica in cui si vede che il mare sta cancellando il territorio, sostiene che il fenomeno risale a circa dieci anni fa e chiama in causa le amministrazioni dei centri rivieraschi, Scanzano e Rotondella anzitutto.

Questa volta Pagliaro sbaglia. Il fenomeno della erosione risale a diversi decenni addietro, a secoli addirittura, quando non solo si ebbero le prime avvisaglie, ma la scomparsa di interi tratti di litorale aveva assunto proporzioni allarmanti già allora, nell’indifferenza generale di chi avrebbe dovuto iniziare a porre rimedi concreti. Tra l’altro della erosione costiera si occupò all’epoca la trasmissione di Rai Tre, Ambiente Italia, condotta da Beppe Rovera con la regia di Mia Santanera.

Non una sola volta, nel corso delle varie puntate, si parlò peraltro del binomio Rotondella - Trisaia e quindi di erosione e radioattività del deposito lucano in cui sono tuttora custoditi i fusti provenienti dalla centrale di Elk River negli USA.

Oggi un lungo messaggio di un forestale, Domenico Pizzolla, ricorda  addirittura gli sforzi dei coloni greci per evitare che la costa fosse inghiottita dalle poderose onde del mare che non perdonano. Un lungo scritto in cui c’è memoria del passato, sorretta dalla onestà intellettuale di chi ritiene di non dover piegare la storia alle esigenze del momento. Un monito per tutti.  


                                     


    

venerdì 18 ottobre 2024

PARITA' DI GENERE, MA NON SOLO





“Dobbiamo batterci per la parità salariale tra uomini e donne”. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non esita a soffermarsi con il solito vigore su questo che è un tema rilevante, uno degli argomenti cardine di cui si discute a vari livelli, oggi più che in passato.

Il G7 di Matera si è da poco concluso e ora si cerca di capire quale potrà essere l’esito delle giornate materane, importanti a livello internazionale. Un riflettore acceso su questioni che toccano da vicino la nostra società e pongono problemi essenziali.

A commentare l’evento di Matera è Ivana Pipponzi, Consigliera di parità per la Basilicata, particolarmente impegnata a trasferire nel quotidiano gli esiti di un dibattito con molti spunti nella società civile, ma non sempre capace di tradursi in fatti e risultati concreti.

“Un onore per la Basilicata avere avuto un evento di caratura internazionale con interlocutori di diversi paesi. Non è poco, tre giorni molto intensi che aprono scenari importanti. Da precisare che si è trattato anche di proposte provenienti da un’apposita organizzazione femminile, quindi con molta aderenza alla realtà del nostro tempo.”


Non solo un dibattito teorico, ma anche per l’esattezza un momento di confronto pratico sulle scelte da compiere nel medio lungo periodo. Può essere così riassunto l’esito del G7 di Matera?


“Il nostro ruolo, stando a quanto è emerso, risulta chiaramente indirizzato verso una parità non semplicemente teorica. Cosa fare? Oltre a questa promozione noi ci battiamo per la parità  in ambito lavorativo, un istituto molto importante previsto dalla legge e inserito tra gli obiettivi del PNRR. Si tratta, tra l’altro, di puntare a una certificazione delle aziende: era previsto un traguardo di mille aziende in Italia, ne abbiamo certificate già intorno a cinquemila. 

In Basilicata le aziende dotate di questa certificazione sono per ora una cinquantina. Come si giunge alla certificazione?Vengono attuati processi di accertamento delle singole situazioni che debbono rispondere a determinati requisiti legati alla reale condizione femminile sui posti di lavoro. Un iter complesso di valutazione con ricadute in termine di credibilità, non solo di facciata ma in concreto. 

Le società che si fanno certificare hanno anche dei vantaggi, sia sul piano della credibilità, sia in termini di accesso a determinati bandi pubblici.”


Una innovazione equivalente a  un vero banco di prova, in definitiva.


“Se guardiamo a paesi europei come Danimarca, Norvegia, Francia e altre realtà del Nord Europa, ci rendiamo conto che si tratta di processi innovativi al massimo con ripercussioni positive sul sociale. 

In Basilicata le aziende certificate sono medio grandi. Il nostro scopo è  di riuscire a  coinvolgere anche le aziende più piccole in maniera abbastanza consistente. Ci stiamo impegnando su questo terreno e siamo francamente abbastanza ottimisti. Per giunta UnionCamere pubblicherà a breve un bando, con una dotazione finanziaria di circa tre milioni di euro per favorire un processo del genere. 

La certificazione impone degli obblighi, è vero, ma prevede anche dei vantaggi e corrisponde oltretutto a una fase di modernizzazione del tessuto produttivo, in maniera capillare.”       

 


giovedì 10 ottobre 2024

LA STAGIONE DEI PROGETTI PER IL POLLINO







Il Casino Toscano (Terranova) - Uno degli alpeggi più importanti sul Pollino
                                       (foto De Rosa - Riproduzione riservata)


Un dato ricorre frequentemente nel dibattito sui Parchi e le aree protette: l’esigenza di un governo improntato a nuovo dinamismo, allo scadere ormai di decenni di gestione in cui si è cercato di sperimentare nuove formule e nuovi metodi di intervento per un rilancio della loro stessa natura di località vocate a un turismo di qualità che non escluda appunto lo sviluppo accettabile.  Questo non solo in Basilicata.

Il Pollino vive in tutti i sensi la portata di questa sfida. 

Si parla di nuovi progetti che Francavilla sul Sinni, la porta di accesso più importante al parco nazionale,  sta approntando per qualificarsi come elemento trainante per una svolta nella vita della più grande area tutelata, non solo al Sud ma in Italia. 

Il sindaco Romano Cupparo è in prima linea da tempo per sostenere obiettivi del genere e trovare una intesa tra i vari protagonisti. I sindaci anzitutto e la stessa comunità del Parco.

Alte quote, valorizzazione di storia e tradizioni con l’occhio rivolto all’economia e al lavoro. Ma c’è di più. La montagna soffre di eccessive presenze di mandrie da regolamentare e tenere d’occhio. 

Per giunta all’orizzonte si delinea l’anno dei pascoli e dei pastori, il  2026, mentre la Basilicata sta mettendo a punto delle iniziative  battipista, possiamo definirle così, come sottolinea Rocco Giorgio, esperto di transumanza nelle aree interne e autore di varie ricerche sulla materia. Un tema di peso non indifferente nell’ottica di un rapporto tra agricoltura e aree protette, molto ricco di spunti da alimentare con decisione per evitare che perda quota. Un rischio da non correre pena l’impoverimento di intere località e lo spopolamento dovuto alla mancanza di una prospettiva di lavoro e di crescita.  

Cupparo è per una svolta nella gestione del Pollino, ormai da mesi privo di una governance all’altezza. L’attesa di un Presidente del Parco sta diventando lunga ed estenuante, a danno dell’economia del vasto areale e delle sue popolazioni.

L’estate ormai alle spalle ha visto numerose presenze di turisti, visitatori, vacanzieri d’ogni genere provenienti anche dal Nord e dai paesi esteri. Si tratta di consolidare questa tendenza, sostiene Cupparo. Giusta impostazione. Valida a condizione di una intesa tra Ministero dell’Ambiente e le due regioni, Basilicata e Calabria in  una visione unitaria da sottrarre a vecchi campanilismi e inutili appropriazioni di potere,  nell’interesse esclusivo della montagna e dei suoi abitanti. Le fratture, le divergenze, i conflitti non pagano affatto. Sono una piaga da sconfiggere. 

   

  

martedì 8 ottobre 2024

TRA FANTASIA E REALTA' IL SOGNO DEL VULTURE



               


              

L’emozione di attraversare il lago su una zattera, con lo sguardo rivolto al paesaggio, ai boschi, all’Abbazia. Ma non solo questo. Nella mente di chi ha progettato la rinascita di Monticchio ci sono tanti obiettivi, dal restauro di un vecchio casone, anni Cinquanta Sessanta, alla fruibilità del borgo, senza escludere l’area archeologica di Sant’Ippolito vera svolta nel decennale abbandono con le baracche pronte a ospitare centinaia di turisti del mordi e fuggi, soprattutto nelle tante pasquette o nei mesi estivi con tonnellate di rifiuti abbandonati sul bordo dei laghi. Immagine orribile, alla quale purtroppo eravamo abituati, tutti.

Ora si volta pagina, grazie a un cospicuo finanziamento di venti milioni che servirà a determinare la sterzata di cui Monticchio Laghi e bagni hanno davvero bisogno. Non solo. C’è il Parco naturale, regionale del Vulture con alla testa la Presidente Francesca Di Lucchio, nominata un anno fa dopo lunghe discussioni ma con il consenso di diversi sindaci,  anzitutto i primi cittadini di Melfi e Rionero. Non è poco per la Presidente, poiché il consenso dei sindaci equivale ai termini della gestione del Parco stesso. 

Un ruolo trainante spetta in ogni caso al Comune di Rionero in Vulture, per dare una impronta alla espansione  di Sant’Ippolito, segno di una volontà di attribuire alla presenza dei monaci nell’antica abbazia un indirizzo determinante. Un orientamento storico e culturale di cui il Parco necessita appunto per cambiare stile di vita e darsi un’altra immagine.

Il progetto borgo rimane tuttavia essenziale. Parte da Monticchio bagni e si estende coinvolgendo sia il territorio dei laghi che la montagna stessa. Sarebbe utile inglobare anche la zona di difesa militare della Nato, alla cima del Vulture, dove esiste ancora una cupola che sovrasta il camminamento sotterraneo nell’area Troposcatter, testimonianza dei tempi della guerra fredda. Un passo in tal senso è stato fatto dalla Presidente Di Lucchio che ha informato lo Stato maggiore della Difesa competente per far rientrare nel Parco la località militare. Nessun riscontro finora.

L’idea della zattera per attraversare il lago grande è francamente romantica e al tempo stesso nell’ottica della valorizzazione di questi specchi d’acqua. Ne gode la visione dei luoghi e, al tempo stesso, ritorna l’immagine dei monaci che attraversavano il lago su una zattera, appunto, per andare a raccogliere sull’altra sponda i frutti della terra. 

Lo scopo dell’operazione è fondamentalmente questo: uscire dal ristagno di sempre per dare forza a questo attrattore ha il senso di un’idea rivoluzionaria. Senza precedenti. Un’idea in grado di conquistare l’attenzione di un turismo di qualità.

Operazioni complesse, senza dubbio. Certo, il Parco naturale del Vulture ha la funzione primaria di seguire i vari iter e indicare le diverse tappe in direzione del traguardo finale fissato per la primavera del 2026.