Le cime del Vulture (Foto R. De Rosa - riproduzione riservata)
Un altro ostacolo per il decollo dell’area, dopo mille vicissitudini che da trent’anni ostacolano la valorizzazione di uno tra i territori di maggiore interesse paesaggistico, storico, ambientale e scientifico dell’intero Meridione e non della sola Basilicata.
Livio Valvano, primo cittadino di Melfi, lancia un appello ai suoi colleghi e alle forze politiche perché si attivi un percorso che porti alla scelta di un Presidente e degli organi del parco, fondata esclusivamente su criteri di competenza e di attitudine al governo dell’area protetta.
Nove i centri all’interno del perimetro. Un enorme bagaglio di biodiversità e un patrimonio storico che racchiude testimonianze importanti.
“Il Vulture al centro dell’Appennino: la via Appia lo attraversa. I regi tratturi e la via Herculia - precisa Valvano - sono elementi di grande spicco. Presenze come quelle dei Longobardi, dei Bizantini che edificarono la città fortificata di Melfi rappresentano un dato di rilievo. Ecco dunque la valenza della zona e la conseguente decisione di istituire un parco che dia slancio a un patrimonio da non sottovalutare.”
A condividere questa impostazione anche l’ex sindaco di Rionero, già parlamentare, Antonio Placido. Bisognerebbe azzerare tutto e partire da zero. Questa la sua opinione.
Partire da zero, appunto. Il Vulture ha bisogno di decisioni efficaci evitando rinvii e lungaggini politico burocratiche. Il parco non è un carrozzone da mettere in piedi. Ma un obiettivo all’interno del quale esistono sollecitazioni e tanti interessi. Si parla di oltre mille posti di lavoro nel turismo, considerando che Monticchio è davvero un unicum da rilanciare con determinazione, spazzando via la baraccopoli di bar e ristoranti spesso abusivi e tutta la zavorra che appesantisce una realtà in questi anni largamente sottovalutata. Se non addirittura emarginata, nonostante rappresenti il fiore all’occhiello di una Basilicata dalle mille risorse.
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