mercoledì 16 ottobre 2019

PRIORE, COMMISSARIO DELL'APPENNINO LUCANO



Giuseppe Priore è il nuovo Commissario straordinario del Parco nazionale dell’Appennino lucano, Val d’Agri Lagonegrese. Lo ha nominato il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. 
Nomina attesa da tempo in linea con le esigenze di un vasto territorio, tra i più fragili della Basilicata interna, che si spinge fin quasi a lambire il mare di Maratea con grandi peculiarità, sul piano paesaggistico, e con enormi risorse: storia, archeologia, tradizioni, passato e presente insieme. 
Territorio fragile, quello del giovane Parco nazionale tutto lucano, dove le estrazioni di greggio finiscono per essere una minaccia per ambiente e salute dei cittadini e per gli equilibri di monti e fiumi se non si riuscirà a mettere in piedi un moderno sistema di controllo capace di monitorare istante per istante le estrazioni e di fornire garanzie reali, non semplicemente teoriche. 
Il più grande giacimento di greggio in terra ferma, a livello europeo, non fa dormire sonni tranquilli agli abitanti non solo della Valle dell’Agri dove le enormi fiammate dal centro olio di Viggiano rievocano vecchi e nuovi incidenti, a cominciare da quello di Trecate, nel Ticino, e lanciano ombre minacciose.
Sul Parco incombe una enorme responsabilità: essere la sentinella dell’area e costituire una sorta di vigilanza attiva, forse insostituibile, per la gente che vi abita e non solo.
Di questo si parlerà  probabilmente in un convegno sabato 19 ottobre a Viggiano, capitale del Parco e del petrolio, con una introduzione del sindaco Amedeo Cicala.
Priore Commissario è una garanzia: uomo di protezione civile che non mancherà, a quanto si apprende, di valorizzare l’intero perimetro dell’area e le emergenze al suo interno. Di lanciare non uno ma numerosi segnali perché Regione Basilicata e Governo centrale decidano di Considerare l’Appennino un parco nazionale a tutti gli effetti.
Certo, far conoscere il parco mediante una rete nazionale per lanciare messaggi non solo ai lucani è una scelta da prendere in considerazione, forse come non si è fatto in passato per quell’esasperato individualismo e le contrapposizioni inevitabili, destinate ad annullare tutto. O quasi tutto. Si tratta di un obiettivo prioritario se si considera che la conoscenza delle peculiarità della zona è il primo, formidabile elemento di tutela e di salvaguardia. Ma anche di valorizzazione di una realtà importante di quella Basilicata fortemente interessata a non soccombere. Ma a far valere la sua identità fino in fondo.    

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